Il volto del male aveva gli occhi piccoli e chiari.
La bocca sottile, senza mai un sorriso.
I lineamenti spigolosi, quasi pungenti.
Una dedizione al Reich e al Führer incondizionata.
Divenne principalmente noto per aver avuto un ruolo decisivo nella pianificazione e realizzazione della cosiddetta soluzione finale, quella con cui la Germania di Hitler avrebbe risolto definitivamente il problema ebraico.
Una perfetta macchina di morte, un uomo spietato e freddo… il suo nome era Reinhard Heydrich.
Heydrich incarnava completamene il pensiero della Germania nazista.
Dal 1934 fu messo a capo della Gestapo; da quel momento represse nel sangue qualsiasi opposizione alla propaganda del Reich. Raggiunse in breve tempo il grado di Gruppenführer.
Nel 1939, dopo aver dimostrato la sua fedeltà e la sua ferocia, Himmler lo nominò a capo del Reichssicherheitshauptamt, RSHA, che comprendeva, oltre la Gestapo, anche SD e le Einsatzgruppen. Nello stesso anno organizzò l’attacco alla centrale radio di Gleiwitz, evento che accelerò l’inizio della Seconda guerra Mondiale. Con lo scoppio del conflitto, prestò servizio nella Luftwaffe, ottenendo riconoscimenti per il suo valore militare. In battaglia non si risparmiava mai, tanto da rischiare la vita in prima persona.
Nel 1941 fu abbattuto dalla contraerea sovietica e per sfuggire alla cattura fu costretto a nuotare in un fiume per salvarsi. Il suo impavido coraggio impensieriva non poco Himmler e Hitler, che temevano che fosse catturato vivo: sarebbe stato un grave danno per il Reich. Tutto questo ricoprendo anche il ruolo di marito e padre modello per 4 figli.
La nomina a governatore del Protettorato di Boemia e Moravia arrivò nel 1941. Aveva solo 37 anni. In poco tempo si trasformò in un vero e proprio dittatore, capace di creare il suo personale regno del terrore, che gli valse il soprannome di boia di Praga. Non temeva nessuno, per questo si azzardava a girare per le strade con l’auto scoperta, sfidando chiunque si opponesse al Reich.
Il 20 gennaio del 1942 fece un vero e proprio colpo da maestro, dimostrando la sua indiscussa cattiveria agli occhi di tutta la Germania. Organizzò a Wannsee la conferenza nella quale fu pianificata la Endlösung der Judenfrage, cioè a dire la “soluzione finale della questione ebraica”.
In quell’occasione Heydrich espose con precisione quasi scientifica il suo piano per cancellare completamente la comunità ebraica in tutta Europa, mediante deportazioni sistematiche di civili: il genocidio era stato pianificato. Esiste ancora una copia del protocollo di Wannsee, ritrovato nel 1947 dopo la disfatta dell’Asse, da alcuni ufficiali delle forze armate americane e consegnato in seguito ai giudici del processo di Norimberga.
Hitler e Himmler presero con grande entusiasmo le idee del giovane Heydrich; in base ai suoi piani i provvedimenti contenuti nella Soluzione Finale avrebbero dovuto colpire circa 11 milioni di Ebrei residenti in Europa.
Il 27 maggio 1942, un commando composto da membri dell’esercito cecoslovacco, addestrato dagli inglesi del SOE, attentò alla vita di Heydrich. Un gruppo di 4 uomini riuscì a fermare l’auto su il gerarca viaggiava, insieme con il suo autista. In un primo momento cercarono di sparargli con un fucile mitragliatore Sten, ma l’arma si inceppò. L’incidente permise ad Heydrich di reagire. Aprì il fuoco sul commando, che reagì lanciandogli una granata di fabbricazione inglese, che lo ferì in modo grave.
Il furore di Heydrich lo spinse ancora una volta a reagire. Scese sanguinante dall’auto, cercando di inseguire i suoi aggressori, con la pistola stretta in pugno. Pochi passi e si accasciò a terra svenuto. Himmler, messo al corrente dell’accaduto, dispose il trasferimento dell’uomo all’ospedale di Praga.
Le ferite riportate non erano gravi a tal punto di condurlo alla morte, ma una brutta infezione del sangue, dovuta al contatto della milza con dei crini di cavallo dell’imbottitura dei sedili della sua Mercedes, gli fu fatale.
Alle 4:30 del 4 giugno 1942, Reinhard Heydrich morì all’ospedale di Praga, tra la disperazione della famiglia e lo sgomento dei gerarchi nazisti, che in quel momento perdevano uno dei loro uomini di maggior valore.
Sembra che a contribuire alla sua morte fu anche la decisione del capo del servizio chirurgico delle SS, Karl Gebhardt, di non somministrargli sulfamidici.
Scampato più volte alla morte, per effetto della buona sorte o per uno scherzo del destino, Heydrich è ricordato ancora oggi come uno degli uomini più spietati della Germania di Hitler. In quegli anni il volto del male era quello di Reinhard Heydrich.