Fritz Haarmann, il licantropo di Hannover

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Fritz Haarmann nacque ad Hannover il 25 ottobre 1879. Per l'efferatezza degli omicidi commessi viene ricordato come il licantropo di Hannover
Fritz Haarmann

Fritz Haarmann nacque ad Hannover il 25 ottobre 1879.
Passò alla storia come il licantropo di Hannover, per l’efferatezza dei suoi crimini.
Fritz era il più piccolo di sei figli. I suoi genitori erano tedeschi, ma di loro non si sa molto.
Da bambino era introverso e solitario, a suo agio solo con i fratelli.
Gli piaceva giocare con le bambole delle sue sorelle, di vestiva con i loro abiti. Aveva atteggiamenti effeminati e una passione per cucito e ricamo. Il suo particolare modo di essere non passò inosservato in casa, dove veniva protetto e coccolato, e fuori, dove veniva guardato con sospetto.

Nel 1886, Fritz iniziò la scuola.
Gli insegnanti lo consideravano viziato e distratto, incline a sognare ad occhi aperti.
Si comportava in modo esemplare, ma nonostante questo il suo rendimento scolastico era inferiore rispetto a quello degli altri compagni. Venne bocciato per due volte.
Finì la scuola nel 1894, con il consenso dei suoi genitori. Nel frattempo era diventato un giovane molto forte e prestante. Dopo la scuola inizio a lavorare come apprendista fabbro e successivamente si iscrisse all’accademia militare nella città di Breisach, ma non ebbe un gran successo.
L’attività come serial killer di Fritz durò dal 1919 al 1924.
Le sue vittime erano giovani vagabondi, dediti alla prostituzione, che si aggiravano attorno alle stazioni ferroviarie. Li adescava con l’aiuto di Hans Grans, un giovane ladruncolo e prostituto, amante fisso e suo convivente.
La vittima veniva attirata nell’appartamento della coppia e lì, Fritz, li mordeva alla gola in un atto di frenesia sessuale.
Cosa ne facesse dei corpi non si sa di preciso. Si sparse la voce che vendesse la carne delle sue vittime al mercato nero, spacciandola per maiale, ma non esisteva alcuna prova a conferma di tale ipotesi. Quello che si sa per Certo è che gli abiti venivano venduti da Hans al mercato.

Fritz Haarmann riuscì a farla franca per parecchio tempo, nonostante in molti si fossero già accordi che alcuni giovani vagabondi della zona erano spariti misteriosamente dopo essere stati visti con lui.
In passato aveva subito un arrestato per furto ed era anche stato ricoverato per qualche tempo in manicomio. La polizia lo conosceva bene e per questo lo usava come informatore. Fritz passava inosservato, era diventato amico di alcuni agenti di polizia a cui egli stesso occasionalmente regalava dei vestiti, in modo che chiudessero un occhio rispetto alle sue frequentazioni di giovanissimi prostituti, cosa che a quel tempo era considerata illegale.
Ma quando dal fiume cominciarono a riemergere i resti di alcune ossa, le forze dell’ordine non poterono più far finta di nulla. Una volta iniziate le indagini, fu ben presto chiaro che Fritz Haarmann e Hans Grans erano coinvolti in una serie di omicidi.

Il processo divenne immediatamente un vero e proprio evento mediatico. La stampa e le autorità definirono Fritz come il lupo mannaro di Hannover. Venne etichettato come un vero e proprio psicopatico, predatore sessuale.
Il giovane Hans sostenne sempre la propria estraneità a tutti gli omicidi. Disse che il suo unico coinvolgimento era legato alla vendita degli abiti che il compagno gli consegnava, ma di cui lui ignorava la provenienza. Durante la deposizione Fritz invece denunciò il suo giovane amante, convincendo la giuria che in realtà Hans avesse avuto un ruolo attivo in ogni omicidio.
Fritz Haarmann fu condannato a 24 pene di morte, una per ogni assassinio commesso. Venne decapitato il 15 aprile 1925. Dopo la sua morte, in cella, le guardie trovarono una sua lettera in cui scagionava Hans completamente. Per questo motivo il processo a carico del giovane fu riaperto. La pena di morte a cui era stato condannato fu commutata in una condanna a 12 anni di prigione per complicità in occultamento di cadavere.
Dopo aver scontato la sua pena, Hans Grans continuò a vivere ad Hannover fino alla sua morte, che avvenne nel al 1980.
Così si concluse la bizzarra vicenda del licantropo di Hannover e del suo giovane amante.

BIBLIOGRAFIA

  • Carlo Lucarelli e Massimo Picozzi, Serial Killer: storie di ossessione omicida, Mondadori, Milano 2003
  • Massimo Consoli, I mostri sono tra noi. La contessa sanguinaria. Il macellaio di Hannover, “Ompo” n. 65 supplemento, ottobre 1993.
  • Theodor Lessing,  Storia di un lupo mannaro, Milano, Adelphi, 1996.
  • Chiara Camerani, Cannibali– Le pratiche proibite dell’antropofagia, 2010
  • Massimo Centini, Il macellaio tedesco. vita, crimini e perversioni di un serial killer nella Repubblica di Weimar, Yume Edizioni, Torino 2016

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