Don Andrea Leonesi, vicario del vescovo di Macerata, durante la messa del 27 ottobre 2020, che ha celebrato nella chiesa dell’Immacolata, ha pronunciato le seguenti parole: «Guardate, fratelli, possiamo dire tutto ma l’aborto è il più grave degli scempi. Mi verrebbe da dire una cosa ma poi scandalizzo mezzo mondo. È più grave un aborto o un atto di pedofilia? Scusate, il problema di fondo è che siamo così impastati in una determinata mentalità… Con questo non voglio dire che l’atto di pedofilia non sia niente, è una cosa gravissima. Ma cosa è più grave?»
L’aborto è una cosa molto seria e delicata, che cambia la vita di una donna. Non deve essere utilizzato come mezzo di contraccezione.
Non può certo un sacerdote comprenderne le implicazioni psicologiche, il peso che alcune donne portano per questa scelta difficile. Può solo giudicare.
La pedofilia ritengo che sia un atto mostruoso e imperdonabile, in cui un adulto abusa dell’innocenza di un bambino, spesso approfittando di situazioni di abbandono.
La pedofilia è una piaga, non un disturbo come taluni la definiscono. La percentuale degli abusi all’interno della Chiesa cattolica è allarmante. Ne ho già scritto, ne scriverò ancora.
I mostri si celano ovunque, anche in famiglia, dove il silenzio e la paura esasperano situazioni spesso già complicate.
Combattere questo scempio è un dovere di tutti, rompere il muro dell’omertà, dell’indifferenza, proteggere i nostri figli dalle luride mani di un mostro che gli sta rubando la vita.
Certi giudizi non dovrebbero essere pronunciati dal pulpito di una chiesa. La sola cosa che vorremmo sentire, almeno io lo vorerei tanto, è che tutti i prelati che hanno abusato per anni di bambini innocenti, sfruttando la loro insospettabile posizione, vengano puniti da una giusta legge, non semplicemente allontanati e resi ancora liberi di fare danni.
E il vescovo di Macerata? Ovviamente appoggia il suo vicario.
Ricordatevi delle vittime del Provolo, tanto per citare un fatto accaduto in casa nostra…