Per le fredde biografie, Renato Caccioppoli fu un matematico e accademico che influenzò in modo decisivo lo sviluppo della matematica in Italia. Grazie al lavoro di Caccioppoli e alle sue idee, un’intera generazione di analisti ebbe la possibilità di trovare ispirazione in un momento in cui l’Italia era isolata culturalmente, e non solo, dal resto del mondo.
Ma Caccioppoli non rappresentò solo un genio della matematica, fu molto di più.
Renato nacque a Napoli il 20 gennaio del 1904, figlio di Giuseppe, noto chirurgo, e di Sofia Bakunina, figlia del rivoluzionario e filosofo russo Bakunin.
Trascorse l’infanzia presso le zie ad Avella; ottenne il diploma in maturità classica nel 1921.
In seguito si iscrisse alla facoltà di ingegneria. Nel 1923 decise di passare alla facoltà di Matematica; nel 1925 si laureò. Poco dopo divenne assistente del professor Picone, il quale riconobbe immediatamente le incredibili doti di Caccioppoli, spingendolo alla ricerca in analisi matematica; negli anni successivi pubblicò una trentina di lavori che gli fecero ottenere vari premi e la cattedra all’Università di Padova.
Nel 1934 tornò a Napoli per occupare la cattedra di teoria dei gruppi, che mantenne sino al 1943, anno nel quale ottenne quella di analisi matematica. In quello stesso periodo iniziarono i problemi con il regime fascista.
Renato Caccioppoli giunse a farsi arrestare in occasione della visita di Hitler a Napoli, avvenuta nel 1938: in quel frangente tenne un discorso contro il dittatore nazista in un bar dove, insieme alla compagna Sara Mancuso, pagò un’orchestra che intonasse le note della Marsigliese. Il tutto avvenne in presenza di agenti dell’OVRA (acronimo di Opera di Vigilanza e repressione dell’Antifascismo), polizia segreta che operò dal 1927 al 1943.
Quel discorso non fu l’unica plateale manifestazione di dissenso al regime fascista; il matematico era noto perché girava per le vie di Napoli con un gallo al guinzaglio. Ai meno attenti potrebbe sembrare una semplice goliardata, ma così non era poiché il regime aveva fatto divieto di “girare con cani di piccola taglia”. Potete immaginare la motivazione? Semplicemente gli italiani dovevano circolare per strada con cani di grande stazza per “salvaguardare la virilità”.
La zia Maria Bakunin riuscì a convincere le autorità che il nipote non fosse in grado di intendere e volere. Caccioppoli fu internato. Riuscì comunque a continuare gli studi di matematica.
Finita la guerra, fu ammesso come socio all’Accademia dei Lincei, lo stesso giorno della zia Maria, nota chimica e biologa, sorella della madre di Renato.
Purtroppo sul finire degli anni cinquanta iniziarono i problemi con la moglie, che decise di abbandonare Caccioppoli per il politico e critico letterario Mario Alicata.
La solitudine e l’affievolirsi della vena matematica lo condussero sulla strada dell’alcolismo. Il giorno 8 di maggio del 1959 giunse la notizia che Renato Caccioppoli, matematico e accademico, si era tolto la vita con un colpo di pistola alla testa. La notizia, purtroppo, non colse di sorpresa quanti conoscevano i suoi problemi. Nel 1992 uscì il film “Morte di un matematico napoletano” di Mario Martone, che ripercorreva la tormentata vita di Caccioppoli.
Un sentito ringraziamento ai lettori che mi hanno fatto conoscere questo personaggio attraverso i commenti relativi all’articolo su Gigi Meroni, che abbiamo scoperto non essere il primo a girare per le vie delle grandi città italiane con un gallo, o una gallina, al guinzaglio.
Fabio Casalini