I BAMBINI DI TEREZIN

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I bambini di Terezín erano, quasi, 15.000 minori ebrei che tra il 1941 e il 1945 vissero nel Campo di concentramento di Theresienstadt (Terezín). Nonostante la fame, le malattie e le molte privazioni, sotto la guida di alcuni pedagogisti, prigionieri con loro nel campo, hanno lasciato tracce sorprendenti della loro creatività e voglia di vivere: disegni, racconti, poesie, musica, prima di essere quasi tutti deportati a gruppi nei ghetti della Polonia e quindi direttamente nei campi di sterminio di Treblinka e Auschwitz. L’United States Holocaust Memorial Museum calcola che il «90 per cento di quei bambini morirono nei campi di sterminio». 
Ripercorriamo questa triste vicenda.
I bambini di Terezín giunsero al campo come individui o, più comunemente, insieme ai loro genitori o parenti. Non mancarono casi di gruppi speciali di bambini giunti al campo, come i 1260 “bambini di Bialistok” e i bambini degli orfanotrofi nel Grande Reich tedesco (per i quali Terezín era il luogo di raccolta designato). Circa 250 furono i bambini nati nel ghetto. Nelle ultime 2-3 settimane di guerra Terezín fu anche uno dei terminali delle marce della morte e circa 800 bambini vi giunsero così da altri campi di concentramento. 
A Terezín i bambini vivevano con le famiglie o in case a loro specificamente destinate. Le condizioni di vita erano estremamente precarie a causa del sovraffollamento, della fame, e delle malattie. Compiuti i 14 anni anche i bambini erano sottoposti al lavoro coatto. Vi era poi soprattutto la costante minaccia dei frequenti trasporti verso i campi di sterminio.
Le autorità di autogoverno ebraico si impegnarono per quanto possibile di dare una parvenza di normalità alla loro vita. Se non era permesso che essi frequentassero la scuola, si organizzarono per loro attività sportive e programmi culturali (diurni ma anche serali per i maggiori di 14 anni), dove i loro insegnanti (tra cui alcuni dei più celebri intellettuali, educatori, musicisti e artisti ebrei dell’epoca) li incoraggiarono a praticare le arti e la musica e a dare espressione alla propria creatività. 
Un momento chiave della storia dei bimbi di Terezín fu l’arrivo dell’allora quattordicenne Petr Ginz. Il ragazzo, insieme ad alcuni coetanei, diede vita alla rivista clandestina per bambini, Vedem (“Avanguardie”).
La rivista, che per due anni fu pubblicata regolarmente ogni settimana e della quale si sono conservate circa 700 pagine, è una delle più straordinarie produzioni letterarie di Terezín. Oltre a svolgere il ruolo di editore in capo, Ginz vi scrisse numerosi articoli che spaziano dalla letteratura, all’arte, alla sociologia. Ginz raccolse anche interviste sulla vita nel campo e ne descrisse la struttura e gli edifici.Solo una quindicina tra i ragazzi che contribuirono alla stesura del settimanale sopravvissero allo sterminio. Petr Ginz fu incluso in uno degli ultimi trasporti per Auschwitz, dove fu assassinato nelle camera a gas il 28 settembre 1944. Ispirati da Vedem altri settimanali furono prodotti. Il 29 ottobre 1943 uscì, per citare un caso importante, la prima copia di Kamarad, di cui saranno diffusi 22 numeri fino al 22 settembre 1944. 
Come si concluse la vicenda dei bimbi di Terezin? 
Una volta “liquidato” il campo per le famiglie di Terezín a Auschwitz-Birkenau, il piano nazista era ora quello di sopprimere anche gli ultimi residenti del campo di Terezín.Dal settembre del 1944, e per il mese successivo, undici convogli partirono da Terezín con destinazione Auschwitz. Ad affollarli anche la gran maggioranza dei bambini ancora residenti e i loro educatori. Le deportazioni del settembre 1944 segnarono la fine di ogni attività culturale, musicale o artistica nel campo. Per i circa 800 bambini rimasti a Terezín furono mesi di terrore nella continua paura di essere anch’essi uccisi o deportati, mentre i nuovi arrivi di altri 800 bambini e adolescenti (molti dei quali reduci dalle marce della morte dai campi di concentramento dell’est) svelò la realtà e le dimensioni dello sterminio. L’attesa liberazione giunse solo agli inizi di maggio 1945.


Fabio Casalini

BIBLIOGRAFIA

  • Mario de Micheli (a cura di), I bambini di Terezin: poesie e disegni dal Lager, 1942-1944, Lerici editore, Milano 1963
  • Ruth Thomson, Terezin: Voices from the Holocaust, Candlewick, 2013

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