Terrore barbaro, i Macrocephali

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I barbari posero nei confini dell’impero romano una minaccia costante di invasione. Essi terrorizzavano l’impero per i continui flussi di popoli che migravano verso l’impero per sfuggire a fame e miseria e alle continue migrazioni e agitazioni di altri popoli barbari....
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I barbari posero nei confini dell’impero romano una minaccia costante di invasione.
Essi terrorizzavano l’impero per i continui flussi di popoli che migravano verso l’impero per sfuggire a fame e miseria e alle continue migrazioni e agitazioni di altri popoli barbari.
Ma spesso anche per sottrarre a Roma terra e ricchezza, con atti di saccheggi e attacchi violenti.
Quando le legioni romane venivano a contatto durante le battaglie con questi popoli, spesso tra i soldati vagava un senso di terrore e sgomento dinanzi a questi uomini, che presentavano una stazza fisica imponente ed una forza bestiale.
Per Roma ed il suo pensiero, questi popoli non erano ritenuti civilizzati. Essi erano lontani dai principi romani, e le loro usanze, spesso erano perfino inimmaginabili al mondo latino ed in precedenza la mondo greco.

Il medico Greco Ippocrate (V-IV sec. a.C) descriveva una popolazione dell’Asia minore con queste parole i Macrocephali: \”Non c’è altra razza di uomini che li rassomigli. Pensano che la nobiltà sia proporzionata alla lunghezza del cranio. Allora praticano questa usanza: subito dopo la nascita, mentre le ossa del cranio sono ancora tenere, le modellano con le mani e le costringono ad assumere una forma oblunga applicando bendaggi e altri sistemi di costrizione. In questo modo, la forma sferica della calotta viene distrutta e la testa cresce in lunghezza\”.

Questa usanza antichissima, si affaccia nell’uomo e nel mondo in molte popolazioni e regioni distanti tra loro; in Asia e in Europa, era legata al potere sociale ed una appartenenza all’élite della società, nell’America precolombiana ed in Africa era simbolo di magia e appartenenza alla sfera religiosa e spirituale.
Per dare forma al cranio dei neonati, si applicavano bendaggi sopra delle tavolette di legno, o con la pressioni delle mani, che con forte pressione davano la forma desiderata al cranio ancor molle, provocando nell’individuo un mutamento completo anche nei tratti del volto.

Questi uomini provocavano sgomento dinanzi al mondo classico,  quasi un senso di terrore, come  se essi non fossero umani, questa tecnica, oltre a modificare i tratti somatici, elevava anche in altezza  di parecchi centimetri questi uomini, spesso già imponenti.
Quando la popolazione degli Unni, si stanziò creando un loro regno nell’Europa centrorientale, portò la diffusione di questo rito nei paesi sottomessi che l’addottorano per assomigliare ai loro dominatori.
Successivamente con i Longobardi, che occuparono i territori dell’ex Impero Romano, questa usanza arrivò in Italia, in Piemonte sono stati trovati i resti di questi crani deformati nel cimitero goto-longobardo di Collegno (Torino) ed a Frascaro (Alessandria) in una necropoli ostrogota.

L’integrazione dei barbari nei corso dei secoli con il mondo appartenente all’ex Impero Romano, portò l’estinzione di questa tecnica, che sopravvisse incredibilmente fino al XIX secolo nella Francia sudoccidentale.
Il fascino di questo strano rito, risiede nel fatto che fu utilizzato da popolazioni, che non si videro mai e che non ebbero mai contatti tra loro, nei secoli e nelle enormi distanze di terra e di mare, di lingue e di scritture, di Dei e di arte e di cultura che per sempre gli separavano.
Come se tutti in fondo vengano dallo stesso luogo.

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