La Belle Époque nell’antico borgo di Cervatto

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Cervatto è un piccolo comune italiano sito nella provincia di Vercelli. Con i suoi, circa, 50 abitanti è il settimo comune meno popolato d'Italia. L'antico borgo è situato in un punto panoramico della Val Mastallone e sorge a circa 1000 metri d'altezza...

Cervatto è un piccolo comune italiano sito nella provincia di Vercelli. Con i suoi, circa, 50 abitanti è il settimo comune meno popolato d’Italia. L’antico borgo è situato in un punto panoramico della Val Mastallone e sorge a circa 1000 metri d’altezza. Il paese prende il nome dal torrente Cervo, affluente del Mastallone, che scorre nell’omonima valle. Le origini di Cervatto restano ancora incerte, malgrado vi siano alcune testimonianze della presenza Walser. Le vicende storiche di questo piccolo borgo immerso nella natura sono state condivise, per svariati secoli, con il vicino abitato di Fobello, rispetto al quale è stato dipendente sino al 1845. Cervatto nel 1738 ottenne autonomia religiosa rispetto a Fobello. Il distaccamento spirituale fu concesso dall’allora vescovo di Novara Gilberto Borromeo. A quell’epoca la chiesa dedicata a San Rocco fu distaccata dalla vicina parrocchia di Fobello ed eretta a parrocchiale.

La storia di Cervatto si tinse di notorietà durante il periodo della Belle Époque quando divenne un riferimento della borghesia piemontese e lombarda.
Prima di addentrarci nelle vicende strettamente legate al piccolo abitato piemontese, rileggiamo i fasti della Belle Époque: con questo termine si indica il periodo storico, sociale e culturale, europeo che inizia nell’ultimo ventennio del XIX secolo per concludersi con l’inizio Prima Guerra Mondiale. La Belle Époque, pur facendo riferimento specifico alla Francia ed in particolar modo alla città di Parigi, si estese a tutti i paesi dell’Europa occidentale giungendo sino negli Stati Uniti, dove tale momento storico è conosciuto come Gilded Age. Ritengo interessante una piccola disgressione sul fenomeno nord americano. La Gilded Age si identifica con il periodo che va dall’elezione a presidente degli Stati Uniti di Grant e termina con la presidenza di McKinley. Il termine deriva dal romanzo The Gilded Age di Mark Twain. L’autore satireggia un’epoca di grandi problemi sociali mascherati da una sottile doratura. Tornando in Francia, l’espressione Belle Époque nacque alla fine dell’Ottocento scaturendo, in parte, dalla realtà storica ed in parte da un sentimento di nostalgia per i tempi andati. In quel periodo le invenzioni ed i progressi della scienza furono senza paragoni con le epoche passate.
Inquadrato il periodo, dobbiamo rispondere a qualche domanda. La prima attiene ai motivi per i quali Cervatto fu eletto a luogo privilegiato dalla borghesia piemontese e lombarda. La seconda riguarda le famiglie che salirono sino al borgo, decidendo di migliorare l’aspetto architettonico.
Perché le famiglie benestanti scelsero Cervatto?
Vi possono essere molteplici risposte, ma tutte si concentrano sulla tranquillità e sulla bellezza del panorama che si godeva, e si gode, dalle terrazze delle case del piccolo abitato vercellese. Ancora oggi Cervatto è conosciuto con l’appellativo di Conca di Smeraldo. Tra il serio ed il faceto, la risposta la potremmo trovare nel termine borghesia. La parola deriva da borghi, cioè i quartieri sorti all’esterno delle mura che poi venivano inglobati con il successivo allargamento cittadino, poiché la borghesia, agli inizi della sua espansione finanziaria, non poteva permettersi di abitare nel centro cittadino dove abitavano i nobili, ed era così costretta ad abitare in periferia. Magari qualche ricordo dei tempi passati rimase nel sangue dei nuovi ricchi di fine ottocento. Uscendo dal sarcasmo, la borghesia piemontese e lombarda trovò nel borgo di Cervatto quella pace che nelle città di fine Ottocento aveva perduto.
Tra le famiglie che modificarono l’abitato, e la storia di Cervatto, quella dei Borsalino, che fecero erigere una villa chiamata la Cervattina. La Borsalino Giuseppe e Fratello è un’azienda manifatturiera la cui fondazione risale al 1857 con sede ad Alessandria. Al fondatore, Giuseppe, si deve la creazione di un particolare modello di cappello in feltro che prese il nome di Borsalino. Un’altra famiglia che occorre ricordare è la Montaldo, che a fine Ottocento fece erigere un’imponente villa-castello. La modifica architettonica dell’antico borgo passò attraverso famiglie non di origine piemontese, come la Banfi le cui origine affondano in Puglia. Enea Banfi fu uno dei fondatori dell’azienda tessile Manifattura di Legnano, attiva dagli inizi del Novecento al 2008. L’atto costitutivo dell’azienda risale al 1901 e recitava “l’oggetto dell’azienda è la preparazione dei filati, dei tessuti e delle lavorazioni affini”. In pochi anni l’azienda fu conosciuta in tutta Italia per la qualità e la varietà dei filati di cotone. La fortuna della famiglia Banfi fu anche la fortuna di Cervatto.
Non possiamo dimenticare l’imprenditore Pietro Bayla, operativo nel settore tessile, che fu il principale promotore per la realizzazione della strada carrozzabile che da Varallo giungeva a Fobello, e quindi a Cervatto. L’ultima importante famiglia per la storia del piccolo borgo vercellese è la Dell’Acqua, di origini lombarde.
Il progresso tecnologico che consentì l’abbellimento di paesi, città e borghi, aveva però un prezzo: il benessere di alcuni si basava sulle fatiche di molti. Non tutte le persone godevano degli stessi diritti. Nello stesso periodo storico della Belle Époque, segnatamente tra il 1890 ed il 1914, divenne importante un movimento formato essenzialmente da donne, le Suffragette, che rivendicavano il diritto di voto.
Poi giunse il giugno del 1914.
L’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando spense le mirabolanti luci della Belle Époque, incrinando altresì il rapporto tra l’uomo e la montagna.
Gli eventi narrati, permisero a Cervatto di giungere a noi come una bellissima perla immersa nel verde alpino.
 
Tutte le fotografie di Cervatto e della Val Mastallone sono di proprietà di Filippo Spadoni
Fabio Casalini
 

BIBLIOGRAFIA

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