Corre la notte senza fretta.
Un sacerdote attende che il giudice legga la sentenza di morte.
Il corpo straziato da interminabili torture.
La mente e la speranza svaniscono assieme al lume di una consumata candela.
L’oblio attende, il nero avvolge il tutto che si respira.
Silenzio.
Un raggio di sole, il prete non attende altro.
Vorrebbe vivere nella luce.
I pensieri di una mente asciugata dal lungo calvario del dolore non scorrono fluidi.
Sara la sua ultima alba.
Per la moltitudine rumorosa un giorno di festa, per Louis il tramonto della vita.
Le scarse energie di quel corpo squassato dai tormentatori non permettono di soddisfare le ultime volontà.
Il tiepido raggio di luce penetra nel profondo della cella.
Le slogature multiple scivolano nella fatica di quel pensare.
Striscia, si contorce come il serpente che inseguì Eva.
La finestra della prigione è un miraggio per quel piccolo uomo di Dio.
Rinuncia alla faticosa rincorsa d’un attimo di vita.
Due anni attraversano come una cometa il cervello.
Le infamanti accuse ancora intrappolano la mente: “Louis Gaufredi, lei è ritenuto d’aver posseduto sessualmente una bambina di dieci anni, d’aver organizzato ritrovi con il demonio, d’aver concesso Madeleine de Demandolx alle voglie del maligno e infine d’aver praticato cannibalismo infantile”.
Voltandosi di lato pensa alle torture, agli interrogatori.
Alle confessioni estorte contro la volontà dell’uomo divenuto sacerdote.
Il grigio della latrina chiamata cella ora diviene bianco.
Sviene.
Passi in lontananza.
La dignità vorrebbe attendere in posizione eretta.
Il fisico non conosce sentimenti, solo dolore ed impotenza.
I passi s’avvicinano.
La chiave a fatica entra nel lucchetto.
La cella si apre.
I tormentatori lo alzano, sospingono l’ammasso di carne oltre la soglia.
Infinite scale da risalire.
La moltitudine attende per offendere ed irridere la sagoma malconcia.
Un pupazzo alla mercede del popolo.
Il distacco dal corpo è totale.
Grazie al tramite di un argano è issato nel cielo della Provenza.
Lancinanti dolori inducono la richiesta di grazie direttamente alla misericordia dell’uomo dei cieli.
Non ascolta, non ascolterà mai le suppliche dei giustiziati.
L’uomo è lasciato cadere fino a sfiorare il terreno.
Nuovamente sviene.
Liberato dalle corde, sbatte violentemente sulla profumata terra.
Nuovamente legato si interroga su quali supplizi attendono la sua carne.
Un plotone d’arcieri si avvicina, uno di loro, afferrata la corda, lo trascina per le antiche vie della città.
Gli altri soldati si accoppiano ai lati del sacerdote, impedendo alla folla di infierire sul corpo.
La lugubre processione si protrae per cinque ore nel cuore di Aix-en-Provence.
Louis non può essere issato sul palo del rogo.
Gli inquisitori concedono la misericordia dello strangolamento.
Alcuni istanti dopo è il rogo, per la gioia degli intervenuti.
Il caso di Louis Gaufredi non fu il primo, sicuramente il meglio documentato, di assassinio dopo possessione demoniaca di una ragazza che viveva in convento.
Madeleine era una suora orsolina nata nel 1593. Sin da piccola era stata inviata in convento dai genitori, presso i quali ritornò poiché soffriva di solitudine.
Nel periodo conventuale il suo confessore era il sacerdote di Marsiglia, Louis Gaufredi.
Pochi giorno dopo il rientro a casa, i genitori sospettarono che il prete avesse ricambiato l’affetto della ragazza. La giovane fu mandata nel convento di Aix-en-Provence per ripulirsi dal peccato, ma qui nel 1609 manifestò sintomi di invasamento, quali convulsioni, esplosioni di rabbia alla vista degli oggetti sacri ed emissione di parole con voce strana e in lingua a lei sconosciuta.
Con il trascorrere dei giorni i sintomi crebbero di intensità e lei, o i 6666 demoni che la possedevano, blateravano oscenità e raccontavano della relazione sessuale con il prete di Marsiglia.
Il comportamento della ragazza fu contagioso verso le altre suore del convento. Molte di esse manifestarono gli stessi sintomi di Madeleine.
Tutti i i tentativi di esorcismo si rivelarono inefficaci.
Come operare?
Si trattava di potare il ramo malato.
Gaufredi fu arrestato, accusato di stregoneria e sottoposto al rigoroso esame. Firmò una confessione in cui ammetteva la partecipazione al sabba, atti di cannibalismo infantile e la seduzione di oltre mille donne. In tribunale cercò di ritrattare ritirando la confessione, ma alla sua vista Madeleine, eccitata dalla presenza del sacerdote, raggiunse un violento orgasmo. Gaufredi fu condannato a morte ad Aix-en-Provence.
Il diavolo ha sempre mostrato un particolare interesse per i conventi, e le sue abitanti. Vi fu un periodo storico e uno stato in cui questo morboso interesse si trasformò in ossessione diabolica. Siamo in Francia, nel periodo compreso tra il XVI e il XVII secolo.
Cambrai, 1491.
I sintomi manifestati dalle suore indemoniate iniziarono a seguire un modello che sarebbe divenuto comune negli anni a seguire. Le donne si comportavano normalmente per la maggior parte del tempo ma, di tanto in tanto, cadevano in uno stato confusionale. Questi comportamenti isterici conducevano le donne a bestemmiare, abbaiare, emettere suoni in lingue a loro sconosciute e lasciavano intendere di poter predire il futuro.
Come far cessare l’epidemia?
Una volta che il demonio aveva oltrepassato la soglia del convento la soluzione comportava il trasferimento della posseduta in altro edificio religioso.
Le donne di Cambrai, e di tutti gli altri conventi, erano possedute?
La risposta è, chiaramente, negativa.
Poteva trattarsi di repressione sessuale?
Siamo a conoscenza di cosa s’intende per possessione demoniaca?
E’ una condizione in cui una persona è considerata abitata da un essere soprannaturale. Secondo gli studi del CICAP, comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale, avvenuti durante le presunte possessioni demoniache analizzate, nessuno scienziato o medico ha rilevato attività paranormali. Nella quasi totalità dei casi è stato rilevata una malattia psichiatrica.
Gabriele Amorth, nel suo libro Confessioni di un esorcista, afferma che una persona che pensi d’essere posseduta, con ogni probabilità, non è vittima del demonio ma di disturbi psichici. Il noto esorcista afferma che il demonio avrebbe cura di nascondersi dietro la malattia. Il demonio non possiede direttamente la persona ma entra nel corpo della vittima attraverso la malattia psichiatrica.
La convinzione d’essere posseduti da un demone è tipica di psicosi schizofreniche, nevrosi, isterie e deliri depressivi.
La convinzione d’essere posseduti da un demone è tipica di psicosi schizofreniche, nevrosi, isterie e deliri depressivi.
Perché il diavolo in corpo?
La risposta è duplice. Da una parte vi è la malattia psichiatrica, dall’altra la volontà d’incolpare chi non può difendersi in seguito ad un comportamento delittuoso.
Risulta facile liberarsi della colpa di un delitto attribuendolo al demonio.
Casalini Fabio