La clipeologia o paleoufologia è la branca dell’ufologia che si occupa dei presunti contatti con oggetti volanti non identificati che sarebbero avvenuti nel passato. Al pari dell’ufologia, anche la clipeologia è una pseudoscienza e le affermazioni dei suoi componenti non hanno valore scientifico. Non saranno considerati scienziati ma il loro pubblico è in costante aumento.
In questo contesto mi sono interessato alle opere nelle quali, secondo questi ricercatori, appaiono dischi volanti.
Esistono diversi dipinti o affreschi nei quali sarebbero rappresentati oggetti volanti non identificati.
In quest’articolo analizzerò un’opera di Tiziano Vecelio, Arianna e Bacco.
Tiziano nacque a Pieve di Cadore tra il 1480 ed il 1485. Morì a Venezia il 27 agosto del 1576. Intorno ai 10 anni d’età, Tiziano iniziò a manifestare un talento eccezionale. Uno scritto di Francesco Beltrame ci permette di comprendere la rarità del ragazzo: « A digiuno di qualunque nozione elementare del disegno, essendo ancora fanciullo, sul muro della casa paterna effigiò l’immagine di Nostra Donna (la Madonna), valendosi per colorirla del succo spremuto dalle erbe e dai fiori: e tale fu lo stupore, che destò quella primizia del suo genio pittorico, che il padre stabilì di mandarlo col figlio maggiore Francesco a Venezia presso il fratello Antonio, affinché apprendesse le lettere e il disegno ».1
Il promettente ragazzo abbandonò il Cadore e, insieme al fratello, si stabilì a Venezia. Nella laguna poteva disporre dell’influente aiuto di uno zio che ricopriva cariche pubbliche. Nel giro di breve tempo entrò nella bottega di Gentile Bellini, pittore ufficiale della Serenissima. Nel 1507, Gentile morì e Tiziano collaborò con il fratello del defunto, Giovanni Bellini, subentrato nel ruolo di pittore ufficiale. L’anno seguente collaborò con Giorgione per la decorazione esterna del nuovo Fondaco dei Tedeschi. 2
Collaborazione o alunnato?
L’ipotesi che Tiziano sia stato alunno del Giorgione deriva dagli scritti di Vasari, che non sempre sono precisi poiché, per esigenze letterari, enfatizzava determinati eventi. Non esistono fonti che confermino l’esistenza di una scuola del Giorgione attiva a Venezia.
I primi lavori autonomi risalgono al periodo compreso tra il 1511 ed il 1516. Risale a questo periodo il rifiuto rivolto a Leone X, che invitò l’artista a trasferirsi Roma, per il tramite di Pietro Bembo. Dal 1516 il ragazzo sceso del Cadore divenne pittore ufficiale della Serenissima sostituendo Bellini, morto nel novembre dello stesso anno.
Il giovane uomo delle Dolomiti divenne un grandissimo artista.
Alla morte non lasciò allievi ma «la sua lezione e i suoi colori hanno attraversato cinque secoli, perché anche noi possiamo rivivere quell’emozione, quell’equilibrio di senso e di intellettualismo umanistico, di civiltà e di natura, in cui consiste il fondamento perenne dell’arte di Tiziano».3
Il dipinto che voglio analizzare s’intitola: Bacco e Arianna. L’opera è databile ad un periodo compreso tra il 1520 ed il 1523. E’ tuttora conservato nella National Gallery di Londra. Tiziano eseguì l’opera per il Camerino d’Alabastro di Alfonso I d’Este, duca di Ferrara.
Nel corso della sua vita la tela subì, almeno, due arrotolamenti. Il risultato di queste operazioni fu disastroso per l’opera. A partire dalla fine del XIX secolo l’opera è stata oggetto di restauri, necessari per fermare il distacco delle vernici. Purtroppo quello relativo al periodo compreso tra il 1967 ed il 1968 ha creato grandissimi problemi: rimuovendo alcune parti di pigmento è andata perduta la superficie originaria in diversi punti. E’ stato affermato che la composizione perdette il suo equilibrio cromatico, perché Tiziano aveva aggiunto smalti sulla superficie, con l’intento di rendere omogeneo il risultato finale.4
Secondo molti fautori della presenza di UFO all’interno dell’arte italiana, nell’opera Bacco e Arianna vi sarebbero oggetti volanti non identificati.
Quali studiosi e quali riviste hanno avanzato questa ipotesi?
Nella pagina UFO nei documenti e dipinti storici è riportato: «quel che si nota sembrerebbe una rappresentazione di una formazione di oggetti, del tipo FCDR-821, formazione circolare per difesa e ricognizione».
La formazione circolare per difesa e ricognizione è rappresentata da un cerchio di 8 luci luminose che campeggiano nel dipinto in alto a sinistra, guardando l’opera.
I curatori della pagina UFO nei documenti e dipinti storici avrebbero dovuto sforzarsi a cercare una risposta razionale a cosa potesse rappresentare: Bacco afferrò la corona di Arianna e la scagliò in cielo. Essa divenne una costellazione.5
Procediamo alle comparazioni con altri opere similari.
Il primo che vorrei proporvi è un’opera di Annibale Caracci, Trionfo di Bacco e Arianna, affrescata all’interno della Galleria Farnese a Roma. Gli Affreschi di questo ambiente di Palazzo Farnese, sono opera di Caracci e furono portati a compimento in più riprese, tra il 1597 ed il 1607. Alla realizzazione partecipò anche un allievo di Annibale, il Domenichino. Il Trionfo di Bacco e Arianna rappresenta un corteo nuziale, con i due sposi seduti su due carri, uno dei quali è dorato e trainato da due tigri, l’altro argentato e trainato da arieti. I carri avanzano accompagnati da figure danzanti che recano strumenti musicali. In questa rappresentazione la corona è cinta sul capo della donna. Lo stesso oggetto sarà poi afferrato e lanciato in cielo da Bacco, trasformandolo in una costellazione.
Una seconda opera, meglio dire coppia di opere, che propongo fu dipinta da Guido Reni.
Guido nacque a Bologna nel 1575, da Daniele musicista e da Ginevra Pozzi. E’ stato un pittore e incisore italiano tra i maggiori del Seicento.
Il primo dipinto riprende la visione di Tiziano Vecelio poiché in alto nel cielo, sopra la testa di Arianna, è visibile un cerchio luminoso formato da 7 stelle.
L’immagine è speculare, dovremmo pensare che anche in questo caso il pittore volesse rammentarci la presenza di UFO nell’opera?
La seconda opera di Guido Reni s’intitola le Nozze di Bacco e Arianna, realizzata nel quarto decennio del Seicento e ritenuta perduta sino al ritrovamento del frammento originale con la figura di Arianna, in deposito presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna. Committente dell’opera dispersa fu la regina francese Henrietta Maria, moglie di Carlo I. La tela originaria fu inviata a Roma, dove il quadro fu considerato dal cardinal Barberini «lascivo e tanto più che fu scelta qua la favola, tanto più, mi arresterò d’inviarlo per non aggiungere scandalo a codesti eretici».
Nell’opera è visibile un angelo con la corona formata da piccole sfere luminose: una via di mezzo tra la corona e la costellazione che abbiamo notato nelle precedenti opere.
L’ultimo dipinto che propongo è opera di Luca Giordano, Napoli 1634-1705. Giordano è noto come Luca Fapresto, Luca fai presto, soprannome datogli mentre lavorava nella chiesa di Santa Maria del Pianto a Napoli poiché riuscì a realizzare in soli due giorni le tele della crociera. Il pittore dipinse le Nozze di Bacco e Arianna proponendo la visione della corona divenuta costellazione. Possiamo notare al centro del dipinto un disco luminoso formato da diverse stelle. L’immagine è la medesima proposta da Tiziano, e forse il Luca Fapresto gli cadde addosso perché fu svelto anche nel copiare le opere dei precedenti maestri.