Succede che la terra tremi

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Succede che la Terra tremi e se sei fortunato il terremoto non lo senti; ti svegli al mattino, accendi la radio e il GR ti porta la notizia e solo allora ti allarmi, pensi a chi conosci nelle zone scosse e se continui ad essere fortunato capisci che stanno tutti bene, che erano almeno un passo più in là del pericolo. Poi pensi alle cose, ai tanti appunti di viaggio cancellati in un attimo e ti accorgi che hai perso molto anche tu...
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Succede che la Terra abbia esigenze diverse dalle nostre: noi abbiamo messo radici e ci siamo creati piccoli mondi quotidiani intorno mentre lei, la Terra, ragiona in grande e se sente il bisogno di sgranchirsi lo fa, forse senza notare quei microscopici esseri terrestri che cadono.
Succede che la Terra tremi e se sei fortunato il terremoto non lo senti; ti svegli al mattino, accendi la radio e il GR ti porta la notizia e solo allora ti allarmi, pensi a chi conosci nelle zone scosse e se continui ad essere fortunato capisci che stanno tutti bene, che erano almeno un passo più in là del pericolo. Poi pensi alle cose, ai tanti appunti di viaggio cancellati in un attimo e ti accorgi che hai perso molto anche tu, pur non abitando là: angoli preziosi dove avevi lasciato pezzetti di cuore e altri che non vedevi l’ora di scoprire.
Nei giorni successivi, in televisione, va in onda un ininterrotto racconto che spesso somiglia più ad una messa in scena che a dell’informazione e quindi magari decidi di non guardarla ma vagando per internet, tra i soliti interessi, può accadere di vedere il video di uno dei crolli e… a me è capitato di vedere uno di quei filmati e quella vista mi ha gettata lì, sulla strada che passa accanto alla chiesa che si disintegra: un anno prima l’avevo notata passando in automobile, avevo scattato una fotografia dal finestrino senza fermarmi, perchè la giornata era già densa e quindi “per stavolta basta l’appunto fotografico, tanto sicuramente torniamo“.

Eccolo il mio veloce appunto, la chiesa di S. Salvatore a Campi (frazione di Norcia, PG), un clic e via, arrivederci al prossimo giro… invece la Terra ha cambiato i miei programmi.
Un altro luogo di cui ho avuto notizie ma che ho visitato è l’abbazia di Sant’Eutizio, a Preci (PG), danneggiata per un crollo anomalo, direi sfortunato: parte dell’edificio è collassata perchè travolta dalla frana del cimitero sull’altura al suo fianco. Leggevo \”crollato il rosone, il campanile miracolosamente illeso\”; miracolosamente davvero, visto che svettava sulla roccia, elemento forte e fragile allo stesso tempo! Infine non svetta più, perché la terra ha sentito il bisogno di sgranchirsi ancora più forte, due giorni dopo.

Dopo certe catastrofi può succedere che la speranza, che di solito è l’ultima a morire, tenda a spegnersi, quindi bisogna cercare modi per tenerla accesa e a me è venuto in mente che può servire parlare di questi luoghi. Ne parlo a modo mio ovviamente, con i miei scatti ed i miei spunti: non sono brava con la storia ma so creare, così faccio un viaggio tra fotografie e fantasia e intanto che la penna rovente brucia il legno, creando nuove cose, sento che la speranza è viva.

Penso che oggi abbiamo tanti documenti, tanti scritti e fotografie, per cui si potrà conoscere ed ammirare (se non anche ricostruire) quel che non c’è più. La chiesa di San Salvatore, la prima a cui ho accennato, è ancora visibile su Google e si può anche camminare virtualmente in quello che era il suo interno! Ecco perchè ha senso continuare a parlare dei luoghi danneggiati o addirittura distrutti, perchè se non ne perderemo traccia continueranno ad essere preziosi.
Guardo le mie fotografie ed altre trovate sul web e creo, ispirandomi alle decorazioni dell’abbazia di Sant’Eutizio e dedicando ad essa la mia fantasiosa pirografia, sperando che creare in questo modo contribuisca a dimostrare che la speranza, anche se in certi momenti non sappiamo dove cercarla, non è svanita. È lì che ci aspetta, tra ricordi e nuove cose.
Anna Bernasconi
(blog personale annabernasconi.blogspot.com)

BIBLIOGRAFIA

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