Padova: tesori nascosti tra leggende e realtà

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Così scrisse Virgilio nella sua opera, leggenda vuole che Antenore nel 1184 a.C. dopo aver combattuto gli Euganei alle foci del Timavo risalì il fiume Brenta occupando man mano i territori circostanti. Arrivato in prossimità dei Colli Euganei un oracolo avrebbe profetizzato, al condottiero in fuga da Troia, la fondazione di una ricca città nel punto in cui un freccia, da lui scagliata verso gli uccelli, si sarebbe conficcata nel terreno. Così nacque Padova...
81ef3-battistero2b1 Marco Boldini
\”Antenore, sfuggito dalle mani degli Achei, poté addentrarsi nei golfi dell’Illiria, spingersi nel cuore del regno dei Liburni e superare la fonte del Timavo. In questa terra egli fondò la città di Padova e stabilì la sede dei Troiani. Qui diede il nome alla sua gente, appese le armi di Troia e qui riposa sereno nella tranquillità della pace
(Eneide, I, 242-249)

Così scrisse Virgilio nella sua opera, leggenda vuole che Antenore nel 1184 a.C. dopo aver combattuto gli Euganei alle foci del Timavo risalì il fiume Brenta occupando man mano i territori circostanti. Arrivato in prossimità dei Colli Euganei un oracolo avrebbe profetizzato, al condottiero in fuga da Troia, la fondazione di una ricca città nel punto in cui un freccia, da lui scagliata verso gli uccelli, si sarebbe conficcata nel terreno. Così nacque Padova: sebbene non ci siano prove certe che questo sia realmente avvenuto né dell’esistenza di Antenore, ritrovamenti archeologici confermano che i “veneti” insediarono il territorio tra il XIII e IX secolo a.C. e oggi possiamo ammirare l’avverarsi della profezia nella ricca città in tutto il suo splendore. Il centro di Padova è relativamente piccolo ed è possibile girarlo in poche ore, ma per poter ammirare ii capolavori d’arte in esso racchiusi servirà ben di più.

Cominciamo la nostra visita con il Duomo che inizialmente si sarebbe dovuto basare su un progetto di Michelangelo risultato vincitore di un bando pubblico. L’effettiva realizzazione, compiuta tra l XVI ed il XVIII secolo, fu invece poi affidata ad Andrea da Valle e Agostino Righetti che apportarono importanti varianti d’opera al progetto originale  Durante i primi anni la sagrestia del Duomo ospitava gli esami dei laureandi in legge mentre la chiesa quelle delle altre facoltà e le varie lauree venivano conferite dal vescovo. La prospiciente piazza era un tempo adibita a “mercato dei porci” la chiesa si affrettò a trasformare a cimitero non appena le venne donata dalla città per poi venire definitivamente lastricata agli inizi del 1900.

La cattedrale, a croce latina con tre navate suddivise da pilastri, conserva al suo interno preziosi monumenti e opere d’arte. Nel pressi di una delle porte laterali è possibile visitare il monumento sepolcrale onorario (privo di spoglie) di Francesco Petrarca mentre la sagrestia dei Canonici conserva opere di artisti come Giusto de’ Menabuoi, Giorgio Schiavone, Tiepolo e Jacopo Montagnana. Nei pressi dell’altare vi è un’icona raffigurante una Madonna che tradizione assegnerebbe al Petrarca che credeva fosse stata realizzata da Giotto. Sotto la chiesa sono conservati preziosi mosaici, urne di terracotta e ossa di animali probabili sacrifici di riti pagani.

Sulla destra del Duomo sorge il Battistero di fine del XII secolo intitolato a San Giovanni Battista. Le pareti dell’ edificio sono completamente affrescate con dipinti del ‘300 commissionati a Giusto de’ Menabuoi, pittore di origine toscana colto e raffinato, che illustrano Parti del Nuovo ed Antico Testamento, una minuziosa rappresentazione dell’Apocalisse e la vita di S.Giovanni Battista. Spettacolare opera che lascia il visitatore senza fiato è il Paradiso dipinto sull’intero soffitto a cupola: da qualsiasi parte si è girati ci si sente inevitabilmente osservati da centinaia di adocchi giudicanti. Nella raffigurazione si possono riconoscere i Profeti e gli Evangelisti e nel centro campeggia la figura del Cristo benedicente e sotto di lui la Vergine in veste azzurra è attorniata da santi, sante e schiere angeliche disposti in cerchi concentrici.

Proprio a fianco al Duomo vi è il palazzo Arcivescovile parte del quale oggi adibito a Museo e sede espositiva.
Le origini del Palazzo, sebbene originariamente posto più a nord rispetto all’attuale, risalgono al 1309 ad opera del vescovo Pagano della Torre.
Alcuni anni più tardi vennero effettuati i primi interventi di modifica ma fu solo nel XV secolo che gli edifici medievali furono trasformati in una residenza rinascimentale così come la possiamo ammirare oggi.

Nella Sala del Trono, finemente affrescata dal vicentino Bartolomeo Montagna sulle cui pareti erano raffigurati tutti i ritratti dei predecessori, i Vescovi tenevano udienza e ricevevano autorità.
Il soffitto originale dell’ epoca, distrutto da una tromba d’aria, fu sostituito a metà del 700 dall’attuale che rappresenta lo stemma di papa Clemente XIII vescovo di Padova dal 1743 al 1758.

All’interno del palazzo si può ammirare la Cappella di Santa Maria degli Angeli, costruita sul finire del 1400. Gli affreschi realizzati all’inizio del 500 da Prospero da Piazzola e Jacopo da Montagnana, rappresentano un programma iconografico incentrato sul Credo degli Apostoli. Tali affreschi sono oggi visibili grazie ad un certosino lavoro di recupero che ha asportato ben 8 strati di altre opere realizzate in periodi successivi. Nell’Abside è conservato un trittico dipinto da Jacopo da Montagnana, che raffigura l’Annunciazione, affiancata dagli arcangeli Michele e Raffaele.

BIBLIOGRAFIA

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