Paolo di Dono nacque a Pratovecchio, in provincia di Arezzo, il 15 giugno del 1397 e morì a Firenze il 10 dicembre del 1475.
Fu un pittore e mosaicista tra i protagonisti della scena artistica fiorentina della metà del XV secolo.
Leggendo il Vasari possiamo sapere che fu soprannominato Paolo Uccelli perché amava dipingere animali, in particolare gli uccelli. Paolo di Dono avrebbe decorato le pareti della propria casa, sempre leggendo il Vasari, dipingendo uccelli poiché non poteva permettersi animali veri.
L’interesse per il pittore Paolo Uccello deriva dalla potenziale presenza di UFO all’interno di un suo dipinto, esattamente Scene di vita eremitica, noto come la Tebaide. Il capolavoro, proveniente dalla convento fiorentino di San Giorgio dello Spirito Santo, fu rinvenuto nei depositi della Galleria degli Uffizi di Firenze ed immediatamente attribuito alla scuola di Paolo Uccello. In seguito alcuni studiosi attribuirono il dipinto ad autori diversi, per retrocedere in seguito all’idea iniziale: il capolavoro è del maestro. Per quanto concerne la datazione, si oscilla dal 1420 agli anni 1460 – 1470.
Per procedere in questa narrazione devo spiegare un termine poco noto: clipeologia.
La clipeologia o paleoufologia è la branca dell’ufologia che si occupa dei presunti contatti con oggetti volanti non identificati che sarebbero avvenuti nel passato. Al pari dell’ufologia, anche la clipeologia è una pseudoscienza e le affermazioni dei suoi componenti non hanno valore scientifico.
Non saranno considerati scienziati ma il loro pubblico è in costante aumento.
In questo contesto mi sono interessato alle opere nelle quali, secondo questi ricercatori, appaiono dischi volanti. Esistono diversi dipinti o affreschi nei quali sarebbero rappresentati oggetti volanti non identificati. Iniziamo ad analizzarli dal dipinto la Tebaide di Paolo Uccello.
Quali studiosi e quali riviste hanno avanzato questa ipotesi?
Nell’articolo di Umberto Telarico, pubblicato all’interno del Notiziario UFO del 1996, intitolato L’Ufo del pittore Paolo Uccello, il ricercatore ammette che «al centro del dipinto (come a sottolineare l’importanza), su di una collina delimitata da una simbolica grotta rocciosa, è raffigurata un’altra crocifissione ai piedi della quale si trovano un orante ed un cagnolino e, ancora più in basso, alcuni cerbiatti. Ma quello che ci interessa maggiormente e che viene evidenziato nelle foto, staccato dalla collina per mezzo di un effetto prospettico, è un oggetto discoidale, sospeso a mezz’aria, sormontato da una cupola centrale. Esso e di colore rosso per cui risalta cromaticamente rispetto allo sfondo scuro. II movimento dinamico di tale corpo volante è magistralmente reso dall’artista per mezzo di piccoli tratti anch’essi di colore rosso vivo, simili a una \”U\” molto stretta, che rendono l’effetto di una virata repentina dell’oggetto in questione.»
Una singola ipotesi non basta. In un articolo apparso per Edicolaweb a firma di Mauro Paoletti si legge che «nell’opera pittorica di Paolo Uccello conosciuta come La Tebaide, esposta presso l’Accademia di Firenze, si osserva un oggetto di forma discoidale, con tanto di cupola, di color rosso dipinto su un fondo scuro. Chiaramente visibile l’effetto del movimento dato dall’artista con piccole pennellate di colore; si ha proprio l’impressione che l’oggetto compia una repentina virata caratteristica di corpi volanti noti con la sigla di UFO.»
Una domanda dovrebbe sorgere spontanea: chi è quella persona ai piedi della croce definita orante?
La risposta, a coloro che leggono e studiano iconografia, permetterà immediatamente di comprendere la scarsa realtà di questa ipotesi.
Paolo Uccello, nel dipinto scene di vita eremitica, si è soffermato sulla figura di San Girolamo.
Sofronio Eusebio Girolamo nacque a Stridone nel 347 e morì a Betlemme il 30 settembre del 419 o del 420. Padre e dottore della chiesa, tradusse in latino parte dell’Antico Testamento e l’intera scrittura ebraica.
Esistono due distinte iconografie di Girolamo: una con l’abito da cardinale con il libro della Vulgata in mano, l’altra nel deserto o nella grotta di Betlemme dove è mostrato senza l’abito e con il cappello da cardinale gettato in terra a simbolo della rinuncia degli onori. Altri simboli e animali appaiono, ma per quest’articolo hanno scarsa importanza.
Appreso che Paolo Uccello ha dipinto san Girolamo ai piedi del Cristo, cosa potrebbe essere quel disco rosso interpretato come UFO dai ricercatori?
Dato che nell’iconografia relativa al santo appare il cappello cardinalizio gettato per terra in segno di rifiuto degli onori, la risposta appare scontata.
Vi propongo diversi dipinti di San Girolamo che permettono di comprendere che non siamo in presenza di un oggetto volante non identificato, ma di un cappello da cardinale.
San Girolamo nello studio è un dipinto del pittore Colantonio databile al 1444.
L’opera faceva parte di un polittico della chiesa di San Lorenzo Maggiore ed ora conservato presso il museo nazionale di Capodimonte.
Nel dipinto san Girolamo è a destra intento a levare una spina dalla zampa del leone mentre, sulla sinistra, è adagiato il cappello da cardinale.
Il secondo dipinto è il San Girolamo penitente di Piero della Francesca. Databile intorno al 1450, oggi è conservata nella Gemaldegalerie di Berlino. L’opera è una delle poche firmate da Piero: sul cartiglio in basso a destra si legge: PETRI D(E) BURGO (SAN SEPOLCRO) OPUS MCCCCL. L’autografia fu riconosciuta nel 1968 in seguito ad un restauro.
La scena presenta San Girolamo penitente, rappresentato nella figura dell’eremita nel deserto vestito di stracci e con in mano un sasso per percuotersi il petto. In basso a destra si nota il cappello cardinalizio gettato in terra.
Il terzo ed ultimo esempio è un San Girolamo penitente di Pietro Perugino, conservato presso la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia.
Il dipinto mostra san Girolamo ai piedi della croce in compagnia del leone e del cappello da cardinale, gettato a terra sulla destra dell’opera.
Ritengo di non dover aggiungere altre opere poiché siamo in presenza di una verità assoluta: quel disco rosso non è un oggetto volante non identificato ma un cappello da cardinale.
Agli autori che si sono spinti ad identificare quell’oggetto con un’astronave extraterrestre chiederei di leggere qualche libro di iconografia prima di lanciarsi in affermazioni senza nessun senso.
Fabio Casalini