La leggenda di Babbo Natale, l’uomo che venne dalla Turchia

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Il personaggio storico Nicola appare negli scritti di diverse personalità legate alla religione cristiana, tra cui Andrea di Creta e Giovanni Damasceno....

Tutte le versioni di Babbo Natale moderno derivano principalmente da un personaggio storico profondamente legato alla cristianità: san Nicola.
San Nicola nacque, probabilmente, a Patara di Licia nel 270 e morì a Myra nel dicembre del 343. Le sue reliquie sono sparse in diverse città: Bari, Venezia, Rimini, Saint-Nicolas-de-Port, Bucarest, Volos e Cernomorets. 

Nicola nacque da una famiglia di greci cristiani e benestanti. Perse i genitori in giovane età a causa della peste, divenendo erede di un ricco patrimonio che distribuì tra i poveri: per questo motivo è ricordato come gran benefattore.
Vorrei ricordare che non esistono notizie storiche certe a fondamento di queste informazioni. La stessa motivazione deve essere ricordata per la maggior parte dei santi vissuti durante il processo di nascita, crescita e sviluppo della nuova religione.
Nicola dopo aver distribuito la maggior parte delle sue ricchezze ai poveri si trasferì a Myra, dove fu ordinato sacerdote. Alla morte del vescovo della città fu acclamato dal popolo come nuovo vescovo. Nel 305 subì la persecuzione dell’imperatore Diocleziano e fu imprigionato. Nicola ottenne la libertà grazie all’imperatore Costantino nel 313.
Molte leggende aleggiano intorno alla figura religiosa di Nicola, volte a mitizzare la sua posizione legata alla dottrina cristiana: durante il concilio di Nicea del 325 difese duramente l’ortodossia cristiana nascente contro l’eresia dell’arianesimo e, sconvolto dalle parole del grande eretico, non riuscì a controllare la rabbia prendendo a schiaffi Ario in persona.

Il personaggio storico Nicola appare negli scritti di diverse personalità legate alla religione cristiana, tra cui Andrea di Creta e Giovanni Damasceno.
Nicola divenne in breve tempo un santo molto venerato in Oriente, tanto che a Costantinopoli si contavano 25 chiese a lui dedicate. Gli scritti in greco e latino riuscirono a diffondere la sua figura tra i cristiani d’occidente. Iniziarono a sorgere molte leggende intorno alla vita e all’operato dell’uomo venuto dalla Turchia.
Due miracoli, tra i tanti legati alla figura del santo turco, sono da ricordare.
Il primo attiene alla sua gran fama di benefattore: a Nicola giunsero voci che un padre, in difficoltà economiche, voleva avviare alla prostituzione le sue tre figlie per riuscire a maritarle decorosamente. Il santo venuto dalla Turchia prese una grossa quantità di denaro e lo avvolse in un panno. Per tre notti consecutive lanciò il panno, colmo di denaro, nella casa dell’uomo divenuto povero al fine di costruire la dote per ognuna delle tre ragazze.

Il secondo è legato alla resurrezione dei bimbi: un uomo malvagio, che svolgeva la professione di macellaio, aveva ucciso e messo sotto sale tre bambini con l’intento di venderne la carne. L’uomo, già acclamato vescovo stando alla leggenda, riuscì nella difficile impresa di resuscitare i tre bimbi.
Il primo miracolo ha creato la venerazione di Nicola come benefattore, il secondo come protettore dei bambini.
La domanda sorge spontanea: com’è potuto accadere che un santo venuto dalla Turchia si sia trasformato in un uomo, abbondante, portatore di barba bianca e dispensatore di regali?
Il percorso è complesso e irto d’ostacoli, andiamo con ordine: dopo la morte fu venerato come santo e le spoglie conservate nella cattedrale di Myra sino al 1087, anno in cui la città cadde nelle mani degli infedeli musulmani. Bari e Venezia entrarono in competizione con l’oriente per il trasferimento delle reliquie di Nicola. La vicinanza della città pugliese alla Turchia, rispetto a Venezia, consentì ad una spedizione di approdare sulle coste turche e rubare una parte delle reliquie, che giunsero a Bari nel 1087.
L’altra parte del corpo e delle reliquie del santo?
I veneziani approfittarono della prima crociata per approdare a Myra. Alcuni abitanti indicarono ai marinai veneti quale fosse il luogo ove riposavano le spoglie mortali di Nicola. Il sepolcro era vuoto ma, nelle leggende è sempre presente un ma, una persona che si trovava nei pressi del luogo di sepoltura indicò ai veneziani un ambiente secondario dove si celebravano delle funzioni: in tale locale furono rinvenute quantità notevoli di reliquie.
I veneziani le trasferirono nell’abbazia di San Nicolò del Lido.
Ricapitolando: Nicola nacque in Turchia, fu ordinato sacerdote, divenne vescovo e fu venerato come santo dopo la morte. Le sue reliquie approdarono sulle coste italiane permettendo la diffusione del culto.

Nicola divenne uno dei santi maggiormente venerati dall’Europa meridionale sino alle desertiche e ghiacciate praterie settentrionali. In Venezia Giulia, Carnia, Cadore, Trentino Alto Adige, e in diverse altre località italiane ed estere, è molto sentita la ricorrenza del 6 dicembre. La leggenda secondo la quale il santo regalò a tre bambini poveri delle mele rosse, che nella notte si trasformarono in oro, si riflette nella tradizione che i bimbi scrivano una lettera al santo e la lascino in casa: il giorno seguente al posto della lettera trovano mele, mandarini, dolci e doni di varia natura.
Iniziamo a comprendere come un santo nato in Turchia sia divenuto dispensatore di regali.
Dobbiamo capire come un vescovo turco divenne un uomo bianco con folta barba.
Il culto di Nicola esplose rapidamente in Europa, divenendo santo protettore di Bari, Amsterdam e della Russia.

In Olanda, Belgio, Lussemburgo e Francia il 5 dicembre d’ogni anno, vigilia della ricorrenza dedicata a san Nicola, si svolgono i festeggiamenti dedicati al santo venuto dalla Turchia: durante la festività è nota la tradizione di distribuire doni ai bambini.
Iniziamo a comprendere come la festività, dedicata a un vescovo ritenuto dispensatori di doni ai poveri, sia divenuta sinonimo di distribuzione di regali ai bambini.
Il nome olandese di Nicola ha creato il moderno Babbo Natale.
Nella lingua dei Paesi Bassi San Nicola fu tradotto in Sinterklaas, nome da cui origina Santa Claus.
Diffusosi in tutta l’Europa continentale, il culto era pronto a superare il mare ed approdare sulle coste inglesi: il nome Sinterklaas divenne, nella lingua degli abitanti della terra d’Albione, Saint Nicholas e, con il passare degli anni, Santa Claus.
Gli abiti del Sinterklaas d’olandese memoria erano simili a quelli di un vescovo: mitra rossa, croce dorata e pastorale. Il richiamo a San Nicola era evidente. In questa derivazione Nicola possiede un cavallo bianco con il quale vola sui tetti delle persone. Gli aiutanti del dispensatore di regali scendono dal camino per lasciare i doni nelle case.

La renna e la barba bianca come s’introducono in questa trasformazione?
La renna fu introdotta per Santa Claus poiché gli abitanti della perfida Albione, per ricordare il vate Gabriele D’Annunzio, trasformarono Nicola in un personaggio proveniente dalle gelide praterie dell’Europa settentrionale. Vorrei ricordare, anche se nell’articolo questo riferimento non avrà grande impatto, le renne come animali sacri per la Grande Madre d’origine scandinava.
Dobbiamo concludere con la barba bianca e l’abbondanza del giro vita.
La completa trasformazione di un vescovo turco nell’attuale Babbo Natale si deve ad uno scrittore americano, Clement Clarke Moore, che nel 1823 scrisse la poesia A Visit from Saint Nicholas dove proponeva Santa Claus come un elfo rotondo, con folta barba bianca, alla guida di una slitta trainata da renne e portatore di un sacco pieno di doni.

La diffusione su scala mondiale di questa figura, forse, si dovrebbe cercare nei nostri frigoriferi.
Il marketing della Coca Cola ha trasformato l’immaginario collettivo, permettendo la diffusione di una leggenda completamente stravolta rispetto alla religiosità delle origini.
Fabio Casalini

BIBLIOGRAFIA

  • Sebastiano Rizza – Il Santo venuto dal mare
  • Raffaela Tortorelli – Le fonti agiografiche su santa Marina di Antiochia e san Nicola di Myra ed il culto dei due santi nel mezzogiorno d’Italia in Spolia. Journal of medieval studies.
  • Luisa Zerbini – Il grande libro dei santi
  • Rosa Giorgi – I santi e i loro simboli
  • Alfredo Cattabiani – Santi d’Italia

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