“Sale la nebbia sui prati bianchi, come un cipresso nei camposanti un campanile che non sembra vero, segna il confine fra la terra e il cielo. Ma tu che vai, ma tu rimani vedrai la neve se ne andrà domani, rifioriranno le gioie passate, col vento caldo di un’altra estate.”
Inizia così una bellissima canzone di Fabrizio De Andre’ del 1968 che si intitola Inverno. L’inverno è la stagione più fredda dell’anno. Inizia nel momento in cui il sole raggiunge il punto più basso rispetto all’orizzonte alla data del solstizio, che è il giorno più corto dell’anno, e comincia la propria risalita completandola nel giorno dell’equinozio di primavera.
Un tempo, nella tradizione germanica e in quella celtica precristiana, il solstizio d’inverno era festeggiato con una celebrazione chiamata Yule. Di questa festa non si conosce molto, in quanto i resoconti a nostra disposizione sono pochi e a volte incompleti. Si trattava comunque di un periodo di riposo e di danze, che in alcuni paesi del nord Europa continuò ad essere celebrato per tutto il Medioevo, fino all’epoca della Riforma. Durante i festeggiamenti avveniva il sacrificio di un maiale, tradizione tuttora mantenuta nei paesi nordici, in cui a Natale si consuma carne di maiale.
Quando la religione Cristiana cominciò la conversione dei popoli germanici, decise di mantenere e di adottare come proprie tradizioni, molti simboli e feste locali. La festa di Yule fu quindi trasformata nel Natale. Fra i simboli moderni del Natale che parrebbero derivare da Yule compare ad esempio l’uso decorativo del vischio, dell’agrifoglio e dell’albero di Natale, che prese il posto degli alberi da frutta nella celebrazione del solstizio invernale. L’albero sempreverde, che mantiene le sue foglie tutto l’anno, rappresenta il perpetrarsi della vita nonostante il freddo e l’oscurità dell’inverno.
Ma oggi non vorrei parlare del Natale e delle sue tradizioni. Vorrei invece raccontarvi di una pianta che fiorisce in inverno e più precisamene nel periodo di Natale: il calicanto d’inverno.
Il calicanto d’inverno è una pianta originaria delle foreste montuose del Sichuan cinese, dove cresce fino a 3.000 m di altitudine. Il suo nome deriva dal greco e significa “fiore d’inverno”.
Introdotto in Europa nella seconda metà del XVIII secolo, è un arbusto molto particolare, dai rami spogli sottili ed intricati che quando fioriscono si coprono di piccoli e profumatissimi fiori dalla struttura cerosa. I fiori sbocciano direttamente dal legno, sono di colore bianco o giallo, con l’interno rosso purpureo. Una volta caduti lasciano il posto alle foglie verdi. La sua fioritura invernale fa dimenticare spesso i rigori della stagione, dando una nota aromatica e allegra ai giardini che li ospitano.
In alcuni paesi è usato come elemento decorativo della casa, grazie soprattutto alla sua inconfondibile fragranza, particolarmente intensa.
Un rametto di calicanto in fiore è il dono ideale quando si vuole offrire la propria protezione o il proprio aiuto alla persona che dovrà riceverlo. Secondo le usanze popolari il calicanto, essendo una pianta che risveglia lo spirito ed il corpo, con il suo aroma, nella fredda stagione invernale, dovrebbe essere usato per sfregarsi e profumarsi, ogni mattina, polsi e caviglie al fine di rinforzare e rinvigorire corpo e spirito.
Sul calicanto d’inverno esistono alcune leggende che sottolineano la natura straordinaria di questa pianta. La prima che vi vorrei raccontare è legata alla nascita del calicanto.
In un freddo giorno d’inverno, un piccolo pettirosso, stanco e infreddolito, vagava cercando riparo in un ramo per potersi riposare e proteggere dal freddo. Ma tutti gli alberi che incontrava durante il volo, si rifiutavano di dargli ospitalità. Il pettirosso stremato giunse nei pressi di un calicanto il quale, alla vista del piccolo uccellino decise di dargli riparo e con le sue ultime foglie ingiallite provò a scaldarlo. Il Signore, che aveva visto il bel gesto, volle ricompensare la pianta di calicanto, facendo cadere sull’albero una pioggia di stelle brillanti e profumate. Fu così che da quel momento il calicanto fiorì in inverno.

Una seconda leggenda che arriva fino a noi e che sottolinea la natura quasi magica di questo arbusto, ci racconta la storia di un bambino tanto malato che per guarire, aveva bisogno di un fiore. Ma era inverno, i giorni del gelo, il periodo in cui tutti i fiori debbono ubbidire alla grande “legge del sonno”.
La madre disperata supplicava: “Alberi del mio giardino, vi ho sempre trattati con cura. Datemi un fiore per il mio bambino. “
Ma gli alberi indifferenti dormivano e quelli che si svegliavano borbottavano: “Chi ha fretta di fiorire, ha fretta di morire”.
Soltanto una pianticella, tutta coperta di bottoncini scuri, tentava di aprire le sue gemme per esaudire il desiderio della giovane mamma.
Il gelo infuriato subito le gridò: “Vuoi disubbidire alla grande legge del sonno? Morirai!”
Ma una luce brillò e la pianticella si coprì di fiori profumatissimi. Era nato il calicanto, il fiore che non ha paura del gelo. E la mamma, felice, lo portò al suo bambino che immediatamente guarì.
L’ultima storia che vi vorrei raccontare è quella che lega il Calicanto d’Inverno al Natale.
Era una notte fredda di dicembre di tanti, tanti anni fa e tutto il mondo dormiva.
Gli uomini dormivano nelle loro case.
Gli animali dormivano nelle loro stalle, molti erano in letargo, nelle loro tane.
Le piante avevano già fatto cadere le foglie per poter riposare meglio durante tutto l’inverno.
Solo una piantina di calicanto aveva sbagliato stagione: si era svegliata mentre tutti dormivano ed aveva caricato i suoi rametti di fiori.
Vicino a lei c’era una grotta dentro la quale avevano trovato rifugio un uomo, una donna e un bambino appena nato. Tutto ad un tratto dalla grotta si udì il vagito di un bambino.
Incuriosita, la piantina decise di allungare i suoi rametti dentro la grotta per vedere chi c’era all’interno.
Timidamente il calicanto guardò il bambino, non voleva farsi vedere, per non disturbare: ma Gesù, questo era il nome del bambino, vide il calicanto e sorrise.
La pianta non sapeva cosa donare al bimbo per ricambiare il bellissimo sorriso: aprì allora i petali dei fiori per dimostrare la sua gratitudine ed immediatamente un profumo soave si sparse per tutta la grotta.
Il Bambino Gesù sorrise ancora e da quel giorno il calicanto fiorisce tutti gli anni per Natale.