Le ipotesi sull’elezione del cardinale Siri, pontefice per una notte

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Giuseppe Siri nacque a Genova il 20 maggio del 1906. La madre era originaria di un paese nei pressi di Forli, il padre era ligure e svolgeva la mansione di tuttofare negli appartamenti signorili della Liguria d’inizi Novecento ....
An American tank rolls off a landing craft to move ashore on Sicily, Italy on July 26, 1943. (AP Photo)
Con la locuzione Habemus Papam (latino: Abbiamo il papa) ci si riferisce all’annuncio cerimoniale che il cardinale protodiacono, il primo dei cardinali dell’ordine dei diaconi, dà al popolo quando viene eletto il nuovo papa ed egli accetta l’elezione. L’annuncio viene pronunciato dalla loggia centrale della basilica di San Pietro in Vaticano. All’annuncio segue la presentazione del nuovo papa.
Nella storia del Vaticano sembra esserci stato un Papa eletto solo per una notte, dimenticato nell’oblio del tempo passato.
Giuseppe Siri nacque a Genova il 20 maggio del 1906. La madre era originaria di un paese nei pressi di Forli, il padre era ligure e svolgeva la mansione di tuttofare negli appartamenti signorili della Liguria d’inizi Novecento.  A quattro anni i genitori decisero di iscriverlo alle scuole elementari, segnale di un precoce sviluppo intellettivo. Giuseppe crebbe velocemente e gli ottimi risultati scolastici destarono l’attenzione di un amico del padre, agente di cambio, che promise di insegnarli il lavoro nonostante la giovane età.
Giuseppe Siri dopo pochi giorni manifestò un forte disinteresse per quest’attività e raccontò tale sentimento alla madre. Frequentò assiduamente l’oratorio della chiesa nella quale era stata battezzato, Santa Maria Immacolata in Genova. A soli nove anni manifestò l’intenzione di entrare in seminario per diventare prete. Nel 1916, a 10 anni, i genitori permisero il suo ingresso nel seminario minore di Genova. La vita non era delle più semplici: l’ambiente quasi militaresco concedeva pochi strappi alle regole. Giuseppe Siri si distinse per la velocità di pensiero e per gli ottimi risultati conseguiti. In relazione allo stato di servizio del ragazzo, il cardinale Minoretti, arcivescovo di Genova, comunica a Giuseppe Siri l’intenzione di inviarlo a Roma per studiare presso la Pontificia Università Gregoriana.
All’età di 22 anni ricevette l’ordinazione sacerdotale dalle mani del cardinale Minoretti. Il 23 settembre del 1928, giorno seguente al ricevimento del sacerdozio, celebrò la sua prima messa. L’anno seguente si laureò in Teologia presso l’Università Gregoriana. Dal 1929 sino al 1946 insegnò a Genova. Nel marzo del 1944, dietro precisa segnalazione del cardinale Boetto, Pio XII lo elevò a vescovo titolare di Liviade e ausiliare di Genova. A soli 47 anni fu nominato cardinale da Pio XII il 12 gennaio del 1953.
Durante il pontificato di Pio XII Giuseppe Siri rimase sempre molto vicino al pontefice, per idee e per comportamento, tanto che Pacelli lo considerava un fidato consigliere. I due erano in stretto collegamento, tanto che Pio XII decise di designarlo come successore alla sua morte.
Nel 1958 Pio XII muore e si aprono le porte per la salita al trono di Pietro. Il dibattito non fu semplice poiché molti cardinali criticarono la gestione accentratrice di Pio XII, pensando che Siri avrebbe accentuato questo comportamento. Lo stesso cardinale di Genova dichiarò che nei giorni del conclave aveva percepito una sensazione di fastidio da parte d’alcuni cardinali. I giorni passarono tra febbrili trattative alla ricerca del successore di Pacelli: secondo diversi cardinali, Giuseppe Siri era la persona più indicata, malgrado molti altri mantenevano una posizione di distacco.

Giunge la sera del 25 ottobre 1958.
I 51 cardinali si chiusero in conclave.
Il primo scrutinio si tenne la mattina del giorno seguente, 26 ottobre 1958.
Quel giorno le fumate del camino furono caratterizzate da colori difficilmente identificabili.
Alle ore 11,53 si levò nel cielo, dal comignolo della Cappella Sistina, una notevole emissione di fumo denso e bianco, che spiccava nel cielo azzurro, e che si arrestò subito.
La folla credette che il nuovo Papa fosse stato eletto ma, dopo pochi istanti la fumata divenne nera.
Alle 17,55 del 26 ottobre si levò una fumata bianca.
Alle guardie svizzere fu ordinato di uscire dalla caserma e di presidiare la Piazza gremita di folla.
Radio Vaticana rilasciò il seguente annuncio: “Il nuovo Papa è stato eletto. Fra poco il cardinale primo diacono, Canali, apparirà a darne l’annuncio. Un fumo bianco, denso e voluminoso ricopre il tetto della Sistina, ormai non c’è dubbio che il papa sia fatto”.
La finestra della loggia delle benedizioni non si aprì.
Accadde qualcosa di cui non siamo a conoscenza?
Secondo una teoria, basata sui rapporti del Federal Bureau of Investigation degli Stati Uniti, il 26 ottobre del 1958 Giuseppe Siri fu eletto papa ed assunse il nome di Gregorio XVII. Seguendo l’ipotesi basata sui rapporti, secretati sino al 28 febbraio del 1994, compilati dal Federal Bureau of Investigation, riportanti la data del 10 aprile 1961, Siri fu costretto a non salire al soglio pontifico perché la sua elezione avrebbe determinato gravi squilibri nei rapporti con i governanti dei paesi oltre la Cortina di Ferro. Approfondendo la ricerca si scopre che furono i cardinali francesi a mostrare al conclave dei rapporti confidenziali dei servizi di sicurezza del Vaticano. Secondo quest’ipotesi, nella documentazione, prodotta dai cardinali, era riportata l’informazione che una nomina di Giuseppe Siri al trono di Pietro avrebbe scatenato una massiccia ripercussione sui prelati di stanza nei paesi oltre la Cortina di Ferro. Immaginiamo l’eventuale sconforto degli alti prelati. Le ore si susseguirono tra discorsi ed ipotesi. Alla fine, sempre secondo quest’ipotesi, i cardinali decisero per un papa di transizione. La prima idea fu l’elezione di Federico Tedeschini, ma il cardinale rinunciò per motivi di salute. La seconda idea fu il cardinale Roncalli, che effettivamente fu eletto con il nome di Giovanni XXIII.
Tali rapporti furono visionati dal giornalista americano Paul Williams che nel 2003 pubblicò il libro “The Vatican Exposed: money, murder and the Mafia”. Secondo questo testo i problemi giungono da lontano, sin dal 1954 quando l’editore dell’Osservatore Romano informò Pio XII delle simpatie per i comunisti del Cardinale Roncalli. Papa Pacelli, preoccupato per il destino del Vaticano, si affrettò a nominare Siri quale suo eventuale successore. I motivi di questa, ipotetica, nomina? Giuseppe Siri era anticomunista ed un intransigente tradizionalista in materia di dottrina della chiesa cattolica.
Per comprendere la fondatezza del terrore creato dai documenti presentati dai cardinali francesi dovremmo risalire la linea del tempo sino al 1944: sul finire del mese di settembre si riuniscono, protetti da ingenti misure di sicurezza, i gerarchi nazisti, i grandi imprenditori della Germania del tempo ed una rappresentanza delle banche tedesche. Il motivo dell’incontro? Salvaguardare se stessi ed i propri interessi dopo la caduta di Hitler. Quel giorno decisero di tracciare vie di fuga per sfuggire alla giustizia alleata. Inizialmente furono valutati tre itinerari con partenza sempre da Monaco di Baviera e primo passaggio a Salisburgo in Austria. Dopo la città austriaca, le strade da seguire dipendevano dalle condizioni geopolitiche dei paesi di destinazione e/o di transito: il primo itinerario prevedeva l’arrivo a Madrid, il secondo in Medio Oriente ed il terzo in Argentina. Il secondo ed il terzo itinerario prevedevano l’imbarco presso il porto di Genova.
Per quale motivo Genova e non Marsiglia?
Per quale motivo Genova e non Venezia?

Per comprendere dovremmo rifarci all’inchiesta degli storici e giornalisti americani Aarons e Loftus. I due affermano nel libro “The Vatican, the nazist and the Swiss Banks” che il motivo per il quale i gerarchi nazisti transitavano da Genova per l’imbarco aveva un nome ed un cognome: Giuseppe Siri. L’arcivescovo sembra che fosse disposto, in cambio di cosa proveremo ad analizzarlo, a nascondere i criminali di guerra nell’attesa della nave che li avrebbe portati nei paesi che si erano offerti ad accoglierli.
Nel precedente articolo che narrava le gesta del vescovo – nazista Hudal, avevo spiegato il legame che s’instaurò tra uomini di chiesa e criminali nazisti. Il fine di questa pazzesca alleanza? Salvaguardare i confini ad est dalla possibile invasione comunista, il vero terrore del Vaticano.
Il cardinale, Papa per una notte, Giuseppe Siri fiancheggiatore di Hudal o mente dell’operazione?
L’arcivescovo di Genova era in contatto con Walter Rauff, uno dei maggiori responsabili dell’operazione ODESSA, e con il sacerdote croato Karlo Petranovic, dirigente della milizia ustascia croata. Il sacerdote – nazista Petranovic affermò ad Aarons e Loftus di aver aiutato migliaia di persone a lasciare l’Italia partendo via nave da Genova. Affermò che i fuggiaschi si trovavano in ottima salute e che erano ottimamente assistiti da alti dignitari cattolici.
Il vescovo del male, Hudal, dava assistenza ai fuggiaschi in Austria trovando passaporti, firmati in bianco, per l’accesso sul suolo italiano. I gerarchi nazisti in fuga transitavano da Milano, prima di giungere a Genova dove trovavano assistenza in Giuseppe Siri e Karol Petranovic. L’ultimo passo prima di imbarcarsi per i paesi di destinazione consisteva nel presentarsi a Walter Rauff, gerarca nazista che si occupava dell’operazione.
L’arcivescovo di Genova, e potenziale Papa per una notte, come rientra in questo pazzesco intrigo internazionale?
Era il fondatore del Comitato Nazionale per l’Immigrazione in Argentina e del comitato Auxilium, organizzazione che prestava soccorso ai profughi.
Il fatto che un cardinale fosse coinvolto in tutto questo è allucinante.
Ora possiamo iniziare a comprendere l’eventuale sua mancata elezione?
Il gerarca nazista, Walter Rauff, con cui Siri stringeva rapporti, fu il principale ideatore della Gaswagen, camera a gas su ruote che, nei piccoli paesi della Polonia, causò lo sterminio di un numero che oscilla tra le 100.000 e le 150.000 persone.
Nel prossimo articolo cercherò di spiegare i legami tra Hudal, Siri, Rauff, la Via dei Conventi e l’equivalente Argentino dell’arcivescovo di Genova, Antonio Caggiano.

Fabio Casalini

Un grande ringraziamento a Rosella Reali per l’aiuto, il supporto e le ricerche effettuate in questo difficile campo, dove tutto non è come appare. 

BIBLIOGRAFIA

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