Seguendo il profumo di… aglio!

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Da qualche anno in qua, però, se sento dire “aglio” penso a… delle distese di foglie e fiori! Uno dei primi che mi hanno sorpresa è stato l’Allium ursinum, aglio che ancor prima di riconoscere come tale aveva attirato la mia attenzione durante delle passeggiate primaverili, vicino a delle rogge, dove le grandi foglie verdi ed i deliziosi fiorellini bianchi rivestivano alcuni terreni boscosi....
Fino a qualche anno fa, se sentivo dire “aglio” pensavo ai classici spicchi che più o meno tutti usiamo per cucinare: l’Allium Sativum, dalle mille virtù, conosciuto da molti anche come antisettico naturale, arrivando addirittura ad essere considerato di grande aiuto durante le epidemie di peste.
Da qualche anno in qua, però, se sento dire “aglio” penso a… delle distese di foglie e fiori!
Uno dei primi che mi hanno sorpresa è stato l’Allium ursinum, aglio che ancor prima di riconoscere come tale aveva attirato la mia attenzione durante delle passeggiate primaverili, vicino a delle rogge, dove le grandi foglie verdi ed i deliziosi fiorellini bianchi rivestivano alcuni terreni boscosi. A volte sentivo un inconfondibile odore e ad un certo punto ho capito che erano proprio quei bellissimi tappeti ad emanarlo!
Un’altra delicata piantina, riconducibile all’aglio essendo chiamata anche “aglio selvatico”, che spunta più o meno nello stesso periodo dell’aglio orsino ed i cui fiori lo possono ricordare, è l’Ornithogalum umbellatum. Il suo nome è traducibile in italiano come “latte di gallina” (ornis=uccello/gallina e gala=latte), per il latice contenuto nel fusto. Un altro nome con cui viene spesso indicata è “Stella di Betlemme”: la Terra Santa è la zona di origine dell’ornitogalo ed esistono leggende e rimandi tra la “stella” a sei punte formata dai suoi petali e dei simboli religiosi e spirituali.
Ornithogalum umbellatum
Ogni primavera vedo sbocciare questi delicati fiori ai piedi di un faggio pendulo: nel periodo in cui fanno capolino le nuove foglie dell’albero spuntano anche i lattiginosi fiori e nelle giornate di sole ci si può immergere in un magico brillio, tra il tappeto acceso di bianco e la cupola illuminata di verde. Per questo non mi ha stupita più di tanto leggere che, secondo la floriterapia di Bach, questo fiore porterebbe beneficio a chi ha subito il trauma di una cattiva notizia, la perdita di una persona cara, un forte spavento e si trova in uno stato infelice, sofferente, rifiutando il conforto degli altri: a me danno gioia anche solo a guardarli!
Tornando agli Allium veri e propri, ho incontrato l’ultimo nei pressi del lago di Doberdò. A volte non è per nulla facile riconoscere precisamente un fiore: leggendo informazioni sulla Riserva del lago ho trovato indicate come presenti almeno un paio di specie (Allium Suaveolen e Allium Angulosum) ma anche contattando qualcuno della zona non siamo giunti ad una indubbia identificazione.
Allium nei pressi del lago di Doberdò
Come quasi sempre accade parlando di flora, più si cerca più si scoprono nuove specie, a volte c’è da diventar matti ma quando la curiosità prende il sopravvento il divertimento è assicurato! Stavolta resto col dubbio, prima o poi tornerò nella stagione giusta ad osservare con attenzione e fotografare più dettagliatamente!
Un altro Allium che per molti versi somiglia a quello precedente l’ho visto solo in fotografia… e nella mia fantasia: l’ho dipinto! Tempo fa ho visto uno scatto fatto da “Il giardino dei progetti” a dell’Allium sphaerocephalon e mi sono irresistibilmente lasciata ispirare.
A questo punto lascio continuare le chiacchiere in giardino all’amica che ha scattato la foto e vi do l’arrivederci al prossimo post!
Anna Bernasconi dal blog “Tra realtà e fantasia”
Allium Sphaerocephalum, fotografato e dipinto
Cara Anna,
ti chiedo di perdonarmi se così tanto tempo ho lasciato che trascorresse prima di dedicare la giusta attenzione al tuo sentito pensiero su queste adorabili perenni!
I mesi si sono avvicendati e non ho saputo cogliere il momento propizio per rendere più incisivo quel che mi hai scritto: fine marzo é ormai troppo tardi per invitare a mettere Allium a dimora (sono bulbi per lo più autunnali, da interrare entro novembre), ed è troppo presto per invitare tutti a guardarsi intorno alla ricerca dei fiori, che potremo apprezzare solo a tarda primavera. Eppure osservando con attenzione si possono già notare foglie aguzze che, irrobustendosi rapidamente, fanno capolino fuori dalla terra. All’occhio meno esperto potrebbero sembrare solo dei verdi cespi di una esotica insalata, ma non lasciatevi ingannare dall’apparenza dimessa, a breve saranno in grado di sorprendere il mondo rivelando la loro essenza floreale, ancora custodita gelosamente nell’oscurità.
Pare che il genere Allium conti un numero elevato di specie, ma ci pensi: si parla di quasi 700! Ecco, le sparpaglierei volentieri una ad una in ogni angolo del mio giardino, così, approfittando della loro innata generosità, sarei in breve sommersa da magnifiche sfere danzanti. Chissà che un giorno non dia inizio a questa matta collezione!
L’improvviso desiderio della primavera, in particolare dei suoi colori, mi ha condotta a ritrovare le tue belle immagini e con esse la memoria della mia personale scoperta; in fondo non da molti anni conosco la grazia del fiore aglino e ricordo ancora lo stupore della scoperta. Fu in Germania, sicuramente in un giardino botanico, poco meno di dieci anni fa: all’improvviso fanno bella mostra di se sfere perfette ma vaporose, misteriosamente rette da esili stecchini verdi, infilzati a terra alla rinfusa. Li osservo in danza scomposta ma armoniosa, ipnotica oserei dire, portata dal vento. Perfezione geometrica e texture morbida mi conquistano immediatamente ed è amore incondizionato per questo meraviglioso fiore, che riesce ad essere discreto anche nei suoi toni più saturi! E se la sua eleganza non fosse sufficiente a giustificare tanto interesse nei suoi confronti, non dimentichiamoci quanto potrebbe essere vitale avere una manciata di \”teste\” in tasca in caso di incontro ravvicinato con un vampiro! Il fatto che sia protagonista di un’antica e quasi dimenticata superstizione oggi ci fa sorridere, ma in fondo racconta quanto potere si attribuisse all’aglio; è una pianta che secondo la tradizione si è equamente spartita il ruolo di essenza degli inferi insieme a quello di erba dalle mille virtù.
Amuleto, questa la definizione più appropriata per le piante del sottosuolo poiché sacre agli dei degli inferi, che nella tradizione pagana simboleggiavano energie telluriche positive. Forse questo lo approfondirò…
E ancora, fonte di sali minerali e oligominerali, bulbo ricco di vitamine, diuretico: ecco solo alcune delle proprietà terapeutiche attribuite a questa pianta. Di certo sappiamo che l’essenza sulforata, alla base della sua aromaticità, impregna l’alito di chi lo consuma crudo e sin dai tempi di Plinio il Vecchio si cercavano rimedi efficaci per alleviare “l’effetto collaterale” dell’alitosi, come ad esempio mangiare una radice di bietola arrostita sulla brace. Potremmo provare una volta o l’altra!
Devo essere sincera e confessarti che potrei avere vasi Alliumin ogni dove, tranne nella mia cucina dove non se ne trova neppure una testa, non ne faccio mai uso! Incredibile, vero? Amo certamente l’aroma che l’intera pianta sprigiona al suo massimo e mi inebria la fragranza appetitosa del suo soffritto, eppure fatico a sopportare il suo sapore intenso e persistente, se non in pochissimi piatti…forse non lo so usare come si deve…magari tu saprai darmi qualche consiglio…
Hai visto che splendore i prati già invasi da miriadi di candide margheritine? Osservo i loro sinuosi movimenti in armonia con il vento e ne resto incantata.
Un abbraccio!
(Il giardino dei progetti)
Famiglia: Liliaceae
Genere: Allium
Mi ha aiutata:
Alfredo Cattabiani “Florario”, Milano, Mondadori, 1996

BIBLIOGRAFIA

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