Enrichetta Naum, la storia di una donna in una Torino che non esiste più

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La nostra protagonista si chiama Enrichetta Naum ed è stata l’ unica donna in Torino che per sua la presunta capacità di cacciare i demoni è ricordata come esorcista.....

Raccontiamo una storia che si è svolta nella seconda parte dell’ottocento, prima delle grandi trasformazioni industriali che ha avuto la città di Torino.
La nostra protagonista si chiama Enrichetta Naum ed è stata l’ unica donna in Torino che per sua la presunta capacità di cacciare i demoni è ricordata come esorcista. Le sue origini non sono conosciute, si sa che nacque nel 1843 e che trascorse gran parte della sua vita al secondo piano di via Cappel Verde 6. Questa via, ancor oggi una delle poche rimaste della vecchia Torino medievale prende il nome dall’insegna di un antico albergo, che inalberava un curioso copricapo verde. Questo locale ormai scomparso da tempo si racconta che fosse infestato da un fantasma femminile che provocava forti rumori vibrazioni e spostamento di suppellettili. Tentativi di cacciare lo spettro, anche con l’ intervento di un religioso esperto dell’ arte dell’ esorcismo, fatto venire da Susa non sortirono effetto. Il fantasma sarebbe stato prodotto dalla manifestazione di una certa Eleonora donna malvagia che aveva reso la vita talmente difficile ai congiunti da spingerli a strangolarla. Si ricorda che il Cappel Verde nel 1631 aveva come titolare un tal Lionardo Giordano che aveva altolocate conoscenze a corte poiché Vittorio Amedeo I lo inviò a Chieri nel convento di San Domenico a prelevarvi oggetti di sua proprietà che vi aveva portato l’anno prima quando molti ponevano in salvo se stessi e i solo beni davanti all’infuriare della peste.

Via Cappel Verde da via Porta Palatina
Nella stessa via era situato un altro albergo detto delle Tre Picche che occupava la casa in cui vi era il collegio dei cantori del Duomo. Sempre in via Cappel Verde vi era un diavolo inciso nella pietra e poi dipinto con le corna rosse che era posto in una specie di nicchia nel cortile di una casa. Andò in pezzi alla fine del 1942 sbriciolato da una bomba e disparve in una nube di zolfo uscita dagli spezzoni incendiari che stavano mettendo a fuoco la città. Ma torniamo alla nostro personaggio. La fama di Enrichetta Naum cominciò a svilupparsi intorno all’ ultimo ventennio dell’ ottocento e dalle notizie di allora sembra avesse una notevole clientela che la riteneva oltre che esorcista, una guaritrice capace di liberare dai mali che i medici stentavano ad individuare e a curare. Si adoperava in strani riti facendo bollire diversi intrugli in pentolini da cui uscivano vapori e vampate, pronunciando formule latine senza comprenderne il significato. Poi accompagnava i pazienti per una preghiera di ringraziamento nella vicina chiesa del Corpus Domini costruita sul luogo in cui il 6 giugno 1453 avvenne il cosiddetto miracolo eucaristico. E’ forse una coincidenza che questa donna descritta come piccola, bruttina, che si esprimeva preferibilmente in dialetto piemontese, abitasse accanto al vecchio seminario la cui biblioteca ospitava molti testi proprio sul tema dell’ esorcismo e dei demoni.
Chiesa del Corpus Domini
A brevissima distanza dalla sua abitazione si trovava la chiesa dello Spirito Santo in via Porta Palatina già unita all’Ospizio dei Catecumeni dove il 12 aprile 1720 arrivò Jean Jacques Rosseau durante il suo soggiorno a Torino e dove pare sia avvenuta la sua conversione al cattolicesimo. Può sembrare strano che una donna compisse atti riservati di solito al magistero sacerdotale. Sulle sue presunte capacità di guaritrice ed esorcista si possono fare varie ipotesi. Riguardo al potere di guaritrice forse aveva acquisito da qualche famigliare una sapienza antica che si ritrova in molte donne abitanti le vallate del Piemonte e cosiddette masche che sono una figura di rilievo nel folclore e nella credenza popolare piemontese: generalmente sono donne apparentemente normali, ma dotate di facoltà sovrannaturali tramandate da madre in figlia o da nonna in nipote, però generalmente le masche piemontesi non hanno commercio col demonio. Oppure lei aveva potuto consultare i molti testi della biblioteca del seminario o pare fosse venuta a conoscenza dei testi scritti da un suo contemporaneo l’ Abate Julio (Abate Houssay , o Julien Ernest Houssay) autore di varie opere di carattere esoterico. Dunque pur essendo non molto colta Enrichetta Naum conosceva a memoria formule di esorcismi latini che pronunciava con tono ispirato e gli occhi socchiusi senza conoscerne il significato, ma solo lo spirito della formula nel suo insieme, il che in fondo, era l’ essenziale. Si racconta dalle cronache dell’ epoca di un ragazzo di quattordici anni Giuseppe Brossa che abitava vicino al mercato di Porta Palazzo sull’ angolo con Corso Regina Margherita catturato dal demonio che gli faceva compire sugli animali e sulle cose ogni genere di scelleratezze e lo costringeva a pronunciare parole che mai sarebbero potute uscire dalla bocca di un ragazzo della sua età. La madre consigliata dalle vicine di casa lo portò dalla Naum. Sembra che la prima intenzione fosse stata di condurlo dal parroco, ma prevalse l’ opinione di ricorrere alla Naum, la cui fama doveva essere notevole. Il ragazzino giunto in via Cappel Verde e con la madre sali i settantadue gradini per entrare nell’abitazione della Naum.
Via Cappel Verde da via XX settembre con la chiesa di Santo Spirito sullo sfondo
Qui vincendo qualche resistenza lo fecero inginocchiare sul pavimento di mattoni, la donna cominciò a invocare formule, poi s’ interruppe e mise a bollire un pentolino d’ acqua con dentro erbe che profumarono la stanza con un miscuglio fra il tiglio e l’ incenso. Giuseppe Brossa dopo una decina di minuti prese a smaniare, dalla sua bocca usciva della bava color verde e la Naum guardandolo negli occhi, lo afferrò per i capelli intimando al demonio di uscire da quel corpo, di andarsene e di finire dritto e filato nel pentolino con le erbe e l’infuso bollente. Pochi istanti dopo che il ragazzo era caduto a terra con il volto bianco e sudato, si udì un gran botto e il pentolino traballò sul fuoco poi si versò sul pavimento tra le fiamme e si ebbe pure l’ impressione che la casa tremasse. Ritornato a casa liberato dal maleficio le cronache aggiunsero che rimase cosi sino alla fine dei suoi giorni. Causa le proteste dei vicini, che si lamentavano del frequente via vai di clienti ad ogni ora del giorno e della notte e soprattutto non sopportando più i rumori e i fumi che provenivano dal suo alloggio nella lotta contro i demoni e contro varie malattie corporali nel 1898 la donna si trasferì non molto distante in via Porta Palatina, nella mansarda di un vecchio edificio dal lato di via Dora Grossa (ora via Garibaldi) e là continuò i suoi esorcismi benché fosse colpita da una grave forma di artrosi. Come ogni storia che si rispetti I pettegolezzi però non mancarono. C’era infatti chi asseriva che gli esorcismi non fossero opera sua ma di suo marito Gaetano che rimaneva nell’ ombra temendo di figurare come esorcista in quanto lavorava vicino al Seminario in una piccola fabbrica di candele che riforniva anche il duomo, dal che si comprende come preferisse non far sapere di essere coinvolto in opere che sia pure a fin di bene comportavano un rapporto con i demoni. Secondo alcuni lui avrebbe insegnato alla moglie i rituali e le formule apprese consultando gli antichi manoscritti nella biblioteca del seminario e lei avrebbe compiuto gli esorcismi dietro sua ispirazione. Gaetano morì pochi anni dopo il trasferimento in via Porta Palatina, ma la donna continuò a esercitare le sue pratiche. La clientela andò aumentando con il passare del tempo e non risulta che la Naum abbia mai avuto noie con il clero, anzi frequentava sempre la chiesa del Corpus Domini dove continuava ad accompagnare i clienti da lei liberati dalle diavolerie e dalle malattie. Mori nel 1911 all’età di 68 anni. In poche righe di cronaca La Gazzetta del Popolo annunciò la sua morte qualche giorno dopo lo svolgimento dei funerali. La donna scomparve nei ferventi ed affollati giorni della Grande Esposizione di Torino.
Chiesa dello Spirito Santo
In quei giorni di celebrazione della sviluppo delle nuove tecnologie e con la nascita della moderna Torino industriale con lei spari l’ affresco di una vecchia Torino che ora non esiste più. Infatti verso la fine dell’ ottocento il piccone risanatore umbertino abbatté per esempio Il Palazzo del Vescovo che si trovava nel tratto di via Porta Palatina in parte dove ora ci sono gli uffici comunali. Era cosi denominato poichè nella prima metà del seicento vi dimorò il vescovo Antonio Provana. Inoltre si eliminarono molte antiche vie che si trovavano nei dintorni del Duomo di San Giovanni e Torino perse una parte del suo patrimonio medievale….furono eliminati vicoli come la contrada del Cappel d’Oro e della Corona Grossa, i vicoli dei Pellicciai e dei Pasticcieri, quello dei Panierai e del Bastion Verde.. e di loro non è non è rimasta purtroppo che la memoria e qualche rara fotografia…
Ritratto stilizzato di Enrichetta Naum
Via Cappel Verde si salvò dallo sventramento. E ancora oggi in parte conserva il suo antico fascino.  Al finire di questa storia un tocco di ulteriore mistero tutto da verificare. Qualcosa è rimasto… all’inizio della via sulla prima casa all’incrocio con via XX Settembre se alziamo gli occhi alcuni volti di pietra ci scrutano dall’alto con sguardo non molto benevolo e inoltre pare che la Naum non abbia mai lasciato l’ appartamento di via Cappel Verde dove gli esorcismi da lei compiuti secondo alcuni hanno impregnato il luogo ed ancora oggi sembrano udirsi strani rumori e dice che il suo fantasma compaia ogni tanto spaventando gli odierni abitanti.

BIBLIOGRAFIA

Renzo Rossotti Curiosità e misteri di Torino. Newton Compton Editori 2001

Renzo Rossotti Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Torino.Newton Compton Editori 2008

Renzo Rossotti Torino Esoterica. Newton Compton Editori 2005

Renzo Rossotti la grande guida delle strade di Torino. Newton Compton Editori 2003

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