Arrivando a Roma in treno a poche centinaia di metri dal piazzale troviamo Piazza repubblica, meglio nota ai romani come Piazza Esedra, al centro della quale – purtroppo ora solo come una sorta di spartitraffico – fa bella mostra di se la fontana delle Naiadi, le ninfe che proteggevano le acquee dolci della terra.
Sulla fontana vi sono quattro statue bronzee raffiguranti altrettante figure femminili nude, in sensuali pose chi adagiata sopra un mostro marino, chi sopra un drago, una terza su un focoso cavallo e l’ultima sopra un cigno. Tutte le statue, quando la fontana è in funzione, sono bagnate da un grosso zampillo proveniente dal centro della fontana sul quale la luce del sole capitolino si infrange donando loro ancora maggior splendore.
Sulla fontana vi sono quattro statue bronzee raffiguranti altrettante figure femminili nude, in sensuali pose chi adagiata sopra un mostro marino, chi sopra un drago, una terza su un focoso cavallo e l’ultima sopra un cigno. Tutte le statue, quando la fontana è in funzione, sono bagnate da un grosso zampillo proveniente dal centro della fontana sul quale la luce del sole capitolino si infrange donando loro ancora maggior splendore.
Su una parte del perimetro della piazza si affacciano le terme di Diocleziano, che sarebbero rimaste solo un’antica eredità, se il genio di Michelangelo non avesse trasformato il “Frigidarium” e “Tepidarium” nella meravigliosa Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri integrandola nel complesso delle terme esistente senza alterarne la struttura.
La basilica venne edificata nel 1561 per volontà di Antonio Lo Duca, sacerdote devoto al culto degli angeli che vi ha dedicato tutta la sua vita fino alla morte avvenuta pochi giorni dopo la scomparsa del Maestro.
Al fine di isolare la chiesa dagli ambienti umidi delle terme Michelangelo fece realizzare un innalzamento del pavimento di oltre 2 metri, sfruttando una serie di ambienti vicini realizzò un impianto a croce greca includendo le otto maestose colonne in granito rosso da 14 metri che è ancora possibile ammirare nell’edificio che sorreggono la volta romana originale delle terme.
E’ possibile entrare da 2 porte, quella di destra ha raffigurazioni che riportano all’annunciazione mentre quella sinistra è dedicata alla resurrezione: entrambe conducono a un vestibolo circolare che fa da atrio al corpo centrale.
Nella chiesa sono presenti diverse preziose opere artistiche tra le quali 8 pale d’altare provenienti dalla basilica di San Pietro che furono collocate nel 1725 per preservarle dall’umidità.
Entrati nel corpo centrale della chiesa non è difficile identificare sul pavimento una meridiana voluta dal Papa Clemente Undicesimo Albani in occasione del Giubileo del 1700, anche perché è attualmente transennata per evitare il logorio dovuto al calpestio dei molti turisti. In un connubio tra fede e scienza, l’opera fu affidata all’astronomo Francesco Bianchini che si avvale anche dell’aiuto del matematico Gianfranco Maraldi parente dello scienziato autore della meridiana di San Petronio a Bologna.
La Meridiana di Santa Maria degli Angeli, strumento scientifico per la misurazione del tempo tra le più preziose al mondo, è una linea bronzea inserita in una fascia di marmo di circa 45 metri alle cui estremità sono rappresentati il segno zodiacale del Cancro e del Capricorno che rappresentano rispettivamente il solstizio d’estate e quello d’inverno.
In alto, su una delle volte della chiesa, lo stemma di Clemente XI al centro del quale vi è un foro che permette il passaggio della luce solare che percorre, durante tutto l’anno, l’intero sistema illuminando sul lato destro le costellazioni estive e autunnali mentre su quello sinistro la rappresentazione di quelle primaverili e invernali.
La meridiana oltre che per uno scopo ornamentale fu utilizzata anche per calcolare esattamente la data della Pasqua che cade la 1° domenica dopo il plenilunio che segue l’equinozio di primavera. La meridiana fu lo strumento con il quale si regolarono gli orologi di Roma fino al 1846 quando, per volere di papa Pio IX affinché le campane delle chiese suonassero all’unisono, un cannone ai piedi della statua di Garibaldi in cima al colle del Gianicolo iniziò a sparare a salve per annunciare il mezzogiorno: nelle giornata più silenziose è possibile udirlo sino all’Esquilino.