Siamo Viaggiatori Ignoranti : ci muoviamo nel tempo e nello spazio per cercare il significato delle opere e degli atti dell’ uomo. In questa ottica non abbiamo ancora intrapreso il viaggio dei viaggi, cioè un excursus sul perché l’uomo si muove, da cosa è spinto, da dove viene e dove vuole andare.
Si tratta di ripercorrere la nostra avventura sulla terra da un punto di vista diverso della tradizionale narrazione storica; è un tentativo insomma di rispondere alle domande “Che cosa ha spinto i nostri antenati e noi stessi a viaggiare e quale è un stata ed è la mente del viaggiatore?”
Si tratta di ripercorrere la nostra avventura sulla terra da un punto di vista diverso della tradizionale narrazione storica; è un tentativo insomma di rispondere alle domande “Che cosa ha spinto i nostri antenati e noi stessi a viaggiare e quale è un stata ed è la mente del viaggiatore?”
E anche “Come può il viaggio mutare la storia dell’ uomo?”
Saranno dunque due gli aspetti che troveremo nei post sull’argomento: il primo è il racconto della storia del viaggio dagli albori della civiltà ad oggi, il secondo è il significato del viaggio nella mente del viaggiatore. È insomma la narrazione del come e del perché uomo si è da sempre spostato sulla terra. L’essere umano, dall’Africa centrale, patria di tutti noi, è andato ad occupare tutti gli angoli del globo. Gli antropologi ci raccontano che circa 7 milioni di anni fa l’homo erectus (un ominide che era più di una scimmia ma molto meno di un uomo contemporaneo) si diffuse in quella che oggi si chiama Rift Valley, la profonda e fertile spaccatura del continente africano che va dall’ Etiopia, al Kenya e alla Tanzania.
Ma è necessario aspettare fino a 200.000 anni fa perché in questa area dell’Africa si imponesse sulle altre specie umane l’ homo sapiens, cioè la nostra specie, che soppiantò ben presto tutte le precedenti. Da là, in cerca di prede per il nutrimento, arrivò in Arabia (150.000 anni fa) allora terra fertile e ricca, in Asia ( 60.000 anni fa), Europa (50.000 anni fa) ove annientò l’uomo di Neanderthal, in Australia ( 40.000 anni fa) e infine nelle Americhe (25.000 anni fa). Lo scopo unico di queste grandi migrazioni era la ricerca del cibo grazie alla caccia. La scrittrice Jean Auel ha tratto spunto da queste epiche migrazioni per scrivere una serie di romanzi, molto fantasiosi e molto conosciuti, ambientati proprio in questo periodo preistorico.
Circa 11.000 anni fa alcuni di questi popoli nomadi e cacciatori, ubicati nella cosiddetta Mezzaluna Fertile – praticamente le terre che noi chiamiamo Vicino e Medio Oriente – cominciarono a coltivare i primi prodotti alimentari e addomesticare alcune razze di animali usati come aiuto nel lavoro. Erano i primi agricoltori e l’agricoltura a poco a affiancò e in molte zone arrivò a sostituire la caccia, anche perché le risorse di quest ‘ultima andavano sempre più impoverendosi .
Fu una trasformazione epocale e fondamentale per la storia dell’ umanità. Le popolazioni nomadi di cacciatori si trasformarono in popolazioni stanziali di agricoltori. Il numero di calorie per ettaro fornite dalla coltivazione della terra è molto maggiore di quelle rese disponibili dalla caccia e dalla raccolta, e questo fa si che più gente possa vivere nello stesso luogo.
La sedentarizzazione rese anche possibile accumulare beni intrasportabili, basti pensare alle ceramiche e ai tessuti che, benché ne siano stati trovati vecchi di 20 e 30 mila anni, in realtà ebbero grande diffusione solo con l’avvento delle società contadine: in effetti come si poteva pensare che i cacciatori nomadi si portassero appresso vasi e telai ?
Ma la più grande conseguenza dell’ introduzione dell’ agricoltura, oltre alla nascita della vita sedentaria, all’accumulo dei dei beni e allo sviluppo della tecnologia, fu certamente la possibilità di mantenere una classe di specialisti non dediti alla produzione di cibo. Si affermarono così nuove classi di popolazione che, sfruttando il surplus alimentare fornito dai contadini, sì dedicarono a tempo pieno alla guerra ( soldati ), alla religione (sacerdoti), al governo della cosa pubblica (nobili), alla produzione di altri beni (artigiani), e così via. L’essere dispensati dal procurare cibo per sé e la famiglia consentì a questi privilegiati di sviluppare tecniche, tecnologie e ideologie che in breve rivoluzionarono il modo di vivere della società umana. Siamo così arrivati agli albori delle cosiddette \” Civiltà \”.
Per chi volesse approfondire questo affascinante argomento riguardante il passaggio dal nomadismo alla sedentarizzazione consigliamo di leggere l’ottimo saggio di Jared Diamond
\” Armi, Acciaio e Malattie \”.
Abbiamo dunque visto come l’uomo, per milioni di anni, abbia percorso l’intero globo per cercare selvaggina per il proprio sostentamento; ma quando cominciò a coltivare le prime specie vegetali, non solo cessò di essere nomade, ma nel giro di poche migliaia di anni passò dalle caverne ai palazzi di Babilonia, dalla preistoria alla civiltà . Questo segnò allora la fine dell’ uomo viaggiatore? Assolutamente no, il viaggio assunse una dimensione e un senso completamente nuovo, e lo vedremo nel prossimo articolo esaminando alcuni testi letterari degli albori delle civiltà, e da questi trarremo l’immagine di un nuovo e per certi versi sorprendente “uomo viaggiatore”.
Pietro Giuseppe Teruggi