Giovanni Paolo Feminis (nativo di Crana, frazione di Santa Maria Maggiore, nel 1666) come altri suoi convalligiani lasciò relativamente presto i verdi declivi della Val Vigezzo, e dopo aver oltrepassato il Passo del Sempione si portò in direzione della Germania, sostando prima a Magonza e successivamente a Colonia dove giunse nel 1693. Nella capitale della Renania diede vita ad una distilleria dove sugli scaffali campeggiava un’insolita bottiglietta recante la scritta “Eau de la Reine”. Gli ingredienti, noti solo in parte, comprendevano molteplici essenze naturali e parecchi di essi provenivano dalla Val Vigezzo. Salvia, timo, melissa, lavanda, arancio, ceylon, cedro, bergamotto e gelsomino sono solo un accenno agli elementi contenuti nell’acqua Femins alla quale erano riconosciute anche qualità analgesiche ed antisettiche (menzione per il «canard Napoleone», ovvero una zolletta di zucchero intinta nell’acqua prodigiosa). La lavorazione prevedeva uno specifico processo di macerazione degli ingredienti in botti di cedro ed avveniva unicamente dopo che le mani del distillatore erano state spalmate di miele, processo attuo ad evitare la contaminazione delle essenze. Il tutto secondo le scrupolose regole risalenti alla cultura araba. Innumerevoli sono le leggende che gravitano attorno a l’Eau Mirable. Una di queste narra dell’incontro con un famoso monaco a Colonia. Il Feminis accoglierà il frate porgendogli assistenza fino alla morte, momento in cui l’uomo in segno di riconoscimento gli donerà il segreto dell’Aqua Mirabilis.
