Via Regina Villa è una tortuosa e stretta via che attraversa il vecchio quartiere di Gozzano – quello posto ai piedi della Basilica di S. Giuliano – un po’ degradato, con case per lo più vecchie e fatiscenti: un tempo la strada principale del borgo, oggi una viuzza dove a stento ci transita un veicolo.
Ma perchè i Gozzanesi hanno deciso di dedicare a una regina una via così misera?
Ma la vera domanda è: chi era questa regina?
La risposta al quesito mi porterà a narrarvi di una donna straordinaria, protagonista della storia locale ma soprattutto della storia della nascente Europa. Eppure tutto questo è praticamente caduto nell’oblio e il solo ricordo rimasto è il nome di questa stradina.
Ma la vera domanda è: chi era questa regina?
La risposta al quesito mi porterà a narrarvi di una donna straordinaria, protagonista della storia locale ma soprattutto della storia della nascente Europa. Eppure tutto questo è praticamente caduto nell’oblio e il solo ricordo rimasto è il nome di questa stradina.
Villa (o meglio Willa) nacque ad Arles nel 912 dal conte di Avignone. Nel 930 sposò Berengario II, marchese di Ivrea, che divenne re di Italia a Pavia nel 950, dopo aver eliminato il precedente re Lotario e averne imprigionato la moglie Adelaide. Seguì un decennio piuttosto turbolento per la nostra coppia reale, tra rivolte, congiure, tradimenti e guerricciole, come era normale in quel periodo. Villa ci venne descritta come donna orgogliosa e fiera, aggressiva e spregiudicata, rapace verso i beni della Chiesa, a tal punto che nacque un movimento di ribellione di vescovi e alto clero contro il re e la regina. In effetti Villa aveva qualche motivo per combattere i vescovi, poiché questi si arrogavano, oltre che autorità morale e religiosa, poteri civili propri di duchi e conti. Si stavano trasformando nei cosiddetti vescovi-conti, e siccome alla loro morte ,non avendo eredi legittimi, il feudo tornava al sovrano, erano ben visti dall’imperatore, un po’ meno dai Signori. Ben diversa era la condizione dei preti minori, con scarsi mezzi di sostentamento, sottomessi a vescovi e Signori, a contatto con un popolo rozzo e ignorante, catechizzato non con il Vangelo, ma con gli esempi truculenti di santi immaginari e delle loro fantasiose reliquie. Tutto questo generava una condizione morale indescrivibile: furti, omicidi, stupri incesti erano accadimenti normali.
A tutto ciò aggiungiamo inoltre che Villa aveva un odio feroce verso Adelaide, la precedente regina imprigionata :costei, fuggita dalla rocca sul Garda ove era rinchiusa, trovò rifugio alla corte di Ottone I di Sassonia, re di Germania e Imperatore del Sacro Romano Impero ,e riuscì addirittura a sposarlo ,divenendo Imperatrice.
Di quegli anni confusi e rissosi, caratterizzati da continui e talvolta violenti contrasti tra i re d’Italia e Ottone I seguiti da riconciliazioni temporanee, ricordiamo solo un episodio accaduto dalle nostre parti. Nel 957 Ottone I , per dare una solenne lezione a Berengario e Villa ,mandò in Italia un esercito comandato dal figlio Liudolfo .I re d’Italia si rifugiano sull’ isola di San Giulio, considerata imprendibile, che fu assediata dall’ esercito imperiale. Ma Liudolfo ,un po’ troppo scapestrato e gaudente ,preferiva spendere il suo tempo a Pombia ,sulla riva del Ticino, tra gozzoviglie e banchetti .E qui fu colpito dalle febbri maligne e dai disturbi intestinali che causavano più morti fra i soldati tedeschi che non gli eventi bellici. In effetti questi erano abituati ai climi freddi del nord, non amavano il caldo umido padano, e inoltre il loro principale alimento era la carne di porco e di cinghiale ,che facevano durare il più a lungo possibile, anche per diffidenza verso i cibi italici .E fu probabilmente carne avariata ad uccidere il figlio di Ottone ,e a dare a Villa un altro lustro di potere, fino a quel fatidico 962 sul lago d’Orta .
Ma questa è un’altra storia…
Pietro Giuseppe Teruggi