Era il 29 aprile del 1494.
Lo ricordo bene, impossibile dimenticare.
Era un periodo difficile per la Valle Vigezzo e tutta l’Ossola a causa delle continue invasioni dei Vallesani.
La Chiesa che avevano voluto dedicarmi dominava l’abitato di Re.
Ho sempre pensato che il motivo della dedicazione fosse da ricercare nel luogo del mio martirio, Saint Maurice-en-Valais, e nel fatto che non sia lontano da queste terre di confine.
Il mio martirio… Atroce vendetta di un generale romano che non capiva, non comprendeva come la mia legione non volesse provocare uccisioni inutili nei fratelli cristiani. [1]
Ritorniamo a quel giorno di aprile del 1494.
Nella piazza antistante la mia Chiesa vi sono due uomini che giocano, allegramente, alla Piodella. [2]
Era un martedì ed il sole stava iniziando il suo percorso di saluto alla terra.
Si divertivano, giocavano ed urlavano.
Ricordo anche i loro nomi, il Giovanni Zucone ed il Comolo.
Lo Zucone era davvero sfortunato quel giorno di primavera, non vinceva una partita. L’uomo aveva un carattere scontroso, quindi potete immaginare il suo stato d’animo dopo l’ennesima sconfitta!
Prende un sasso e decide di scagliarlo violentemente contro l’immagine sacra della Madonna, affrescata sul porticato della mia Chiesa.
Non bastavano le ingiurie e le bestemmie! No! Doveva sfogarsi con la Madonna!
Il compagno di giochi lo avverte immediatamente della gravità del gesto sacrilego.
Lo Zucone in un momento di ravvedimento capisce la stupidità del suo comportamento.
Si stanno guardando, stanno cercando di capire cosa può succedere.
Ma sono stupidi e scappano. Come se il loro fuggire possa allontanarli dalla giustizia divina, possa reprimere il gesto inconsulto.
Per lunghe ore nessun movimento, nessuna indicazione di quello che succederà nelle giornate successive.
Poche ore dopo il lancio della pietra due signori si avvicinano alla Chiesa ma, vedendo una luce riflettersi dalla figura sacra, scappano senza voltarsi.
Nessun coraggio di approfondire la scena.
Passa la notte. Nessuno si dirige verso il luogo sacro.
Alle prime luci dell’alba ecco il sacrestano!
Speriamo almeno lui comprenda.
E’ quasi ora dell’Ave Maria, vedrà e capirà.
Tutto vano, si dirige spedito verso la porta della chiesa.
A quel punto qualcosa bisognava escogitare per far comprendere al genere umano quello che stava accadendo.
Il sacrestano appena varcata la soglia si ferma, pensa e riflette.
Ritorna sui suoi passi.
Una donna, vestita di bianco, è inginocchiata di fronte alla Madonna del Latte [3].
L’uomo rientra in Chiesa…. ma non è convinto.
Pochi secondi ed è nuovamente nei pressi dell’immagine.. ma la donna è scomparsa!
Guarda in tutte le direzioni. Qualcosa non torna ma… ancora non ha compreso.
Nel frattempo sopraggiunge un anziano di Re, Bartolomeo il suo nome.
Sarà lui che, finalmente, capirà!
La Madonna è bagnata di Sangue!
Grande stupore negli occhi dei due uomini. Da dove arriva il sangue?
L’immagine della Virgo Lactans è ferita! Gronda sangue dalla fronte!
La pietra lanciata dalla Zucone ha prodotto tutto questo!
L’uomo ha fatto sanguinare la Madonna!
Finalmente hanno compreso. Ora corrono a chiamare Don Giacomo.
Il parroco arriva sulla scena…. Lo vedo stupito, trasecolante ed estasiato.
Si lancia in chiesa senza una direzione precisa. Sbanda più volte. Si riprende. Decide.
Inizia a suonare le campane senza sosta.
Non si capacita, ma è felice.
La Madonna ha dato un segno.
Tutto il paese, tutta la valle in poco tempo è alla presenza del Miracolo.
Il giorno passa tra orazioni e preghiere.
Arriva la sera.
Il flusso di gente non si arresta, come il flusso di sangue dalla fronte della Vergine.
Durante la notte, illuminata dai ceri dei presenti, il sangue lo vedo arrivare sul sagrato. Don Giacomo non sapendo come raccoglierlo decide per dei “pannolini” candidi che poi saranno ripiegati in una tovaglia.
Non vi dico la mia gioia nel vedere tutta quella gente accorrere sul luogo del Miracolo.
Sono felice.
Il sangue continua a fluire.
Un giorno si arresta.
Il 18 maggio del 1494.
Il Vostro Maurikos. [4]
Fabio Casalini