Pont du Gard, l’antica Roma in terra di Francia

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Quando i romani arrivarono sulle rive del Gardon si preoccuparono di trovare il luogo giusto per la costruzione di un ponte per l'attraversamento delle gole formate dal fiume....
Quando i romani arrivarono sulle rive del Gardon si preoccuparono di trovare il luogo giusto per la costruzione di un ponte per l’attraversamento delle gole formate dal fiume.
Secondo l’uso romano il punto considerato idoneo era quello in cui le due sponde erano più vicine e vi era abbondanza di pietra.
Mi sono chiesto perché mai la pietra?
dopo attente ricerche ho capito! Le rocce era necessarie per costruire le spalle dei ponti!
Il ponte poggiava sulle spalle per evitare che le piene potessero danneggiare la costruzione nella sua interezza.
Per “Le pont du Gard” parliamo di qualcosa di unico, un ponte-acquedotto! una meraviglia dell’uomo giunta integra ai nostri giorni. Un grazie alla Francia per mantenere ottimamente i propri monumenti! Il ponte tra poco compie 2000 anni! E’ stato infatti costruito tra il 20 ed il 40.
Quando lo vedi lo stupore ti assale! 
Costruito su tre livelli, ed ogni livello ha una serie di arcate. La visione dello spazio vuoto tra le arcate permette alla natura di confrontarsi con le pietre usate per la costruzione.
Le dimensioni sono ragguardevoli! Parliamo di una costruzione di oltre 275 metri di lunghezza per quasi 50 di altezza. Motivo che ha pesato parecchio nell’inserimento della lista dei patrimoni mondiali dell’umanità Unesco, oltre al suo incredibile stato di conservazione.
Torniamo alla realizzazione: come da prassi venne saltato il fiume nel punto in cui il Gardon ha uno spazio minore tra le due sponde, e dove vi era abbondanza di pietre per la spalle ed i piloni che sostengono il tutto.
Quando sono arrivato ho pensato al primo comandante romano che pose lo sguardo su questa ardita costruzione ultimata, ritengo che possa essersi sentito come Armstrong quando pose piede sulla Luna!
Ancora oggi l’emozione di guardare il fiume impetuoso accarezzare i piloni è notevole! Altresì è notevole voltare lo sguardo verso l’alto.
Si attraversa sul primo livello, e si è al cospetto del grande arco che delimita il secondo livello. L’attraversamento dura qualche minuto in quanto è doveroso soffermarsi ad ogni cambio di visuale. 
Con molta probabilità ci sarete solo una volta nella vita, godete ogni istante di questa visita! Godetene a lungo!
Oltrepassata la sponda un caffè è d’obbligo. Alla fine il café francese non è male, o forse mi sono abituato dato le mie frequenti visite in territorio d’oltralpe.
 
La piccola sosta sulla sponda sinistra del ponte permette di verificare la piccola pendenza del tutto che permetteva lo scorrimento delle acque. Acque che servivano per il rifornimento idrico della città Nimes, poco lontana.
Son abituato a pormi molte questione quando mi trovo di fronte a monumenti grandiosi, questa volta la curiosità era sapere quanto tempo ci impiegava l’acqua a percorrere i 50 km dell’acquedotto. Non è stato facile rispondere alla questione! Dalla sorgente di Uzes alle fontane di Nimes ci impiegava un giorno.
La domanda immediatamente successiva è stata, come faceva l’acqua a percorrere tale tragitto? Anche se i romani non conoscevano la legge di gravità universale elaborata qualche secolo dopo, giusto qualche secolo, da Newton, applicavano il grande potere di spinta che ha la gravità…..
Fabio Casalini

BIBLIOGRAFIA

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