La Basilica di San Zeno a Verona

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Questo capolavoro architettonico, il più bell'esempio di romanico italiano, fu edificato a partire nel IV secolo d.C. e fu ultimato nel 1389 d.C....
Lo si intuisce sin dal sagrato.
Visitare la basilica di San Zeno sarà un’esperienza unica.
Questo capolavoro architettonico, il più bell’esempio di romanico italiano, fu edificato a partire nel IV secolo d.C. e fu ultimato nel 1389 d.C.
I materiali usati furono il tufo ed il marmo. Lo stile romanico é ben apprezzabile sin dalla facciata, potente e maestosa, semplicemente nobile nelle forme. E’ caratterizzata da un meraviglioso protiro, le cui colonne sfumano leggiadre sul dorso di due sculture leonine di rara bellezza.
La lunetta del protiro raffigura San Zeno nell’atto del benedire le truppe cittadine.
E’ un’opera d’arte raffinata questa lunetta!
Sia il gioco cromatico, sia i vari bassorilievi uniti al susseguirsi di archetti ciechi, lavorati e istoriati, trovano la loro ragion d’essere nell’evidenziare la figura centrale del Santo cui la basilica è dedicata. Un bel portale ligneo è posto all’interno del protiro.
Da  non perdersi  la porta  bronzea, opera  di  inestimabile  valore  dal  significato istruttivo. Infatti  era  considerata  la  Bibbia  dei  Poveri. 
In  quel  tempo  ben  poche persone  sapevano  leggere, scrivere o  far  di  conto! 
E’  come  entrare  in  un’altra dimensione.
In  San  Zeno  lo  spazio  e  il  tempo  non  esistono  più.
Si  è  rapiti, si è  come  trasecolati.
Colpiscono e appagano  anche   le  continue lesene che  si  susseguono  lungo  tutta  la facciata. Paiono  drappi  che cadano  con  grazia dal  pregevole  cornicione. 
Ai  lati  del protiro, altorilievi  raffiguranti  scene  sacre  del Nuovo  e  del Vecchio  Testamento. Sopra di  esso  è posto  il  bel rosone, raffigurante  la  ruota della  fortuna.
“En ego fortuna moderor mortalibus una, Elevo, depono, bona cunctis vel mala dono Induo nudatos, denudo veste paratos. In me confidit si quis, derisus abibit.”
Questo  monito  è  scritto  nel  mozzo  del  rosone. Un  monito  che  invita  a  ricordare  la perenne  fugacità delle  cose  terreni  e  della  vita  stessa.
Nel  rosone, bell’opera  del Brioloto,  sono  raffigurate  statue  che  rappresentano  le  alterne  vicende  della  vita stessa.
Dalle  stelle  alle  stalle, verrebbe  da  pensare .

La realtà  è sempre  attuale, allora  come oggi.
Nella  visita  alla  basilica  ci  imbattiamo da subito  in  un ampio  chiostro, molto  luminoso e  ricco. Presenta  piccoli  colonne  con capitelli  binati  che  paiono  racchiudere  il  prato, gelosamente, testimoni  fedeli  dei  tempi e  degli  eventi.
Il  silenzio come  allora  domina  incontrastato. 
Il  silenzio  che  tramite  la meditazione  e la  fede  aiuta  a  raggiungere la  Verità.

L‘interno della basilica è formato da tre navate di cui due son laterali ed una centrale, più’ ampia. Qui la meraviglia e lo stupore lasciano il visitatore a bocca aperta. E’ il tripudio dell’arte, è la vera e propria esaltazione dei colori. Il corpo della basilica è costituito da tre parti: la plebana, la cripta e la parte superiore o presbiterio. Ad ognuna di queste parti corrisponderebbero i diversi caratteri della Chiesa stessa: militante, sacrificale e trionfante. La chiesa plebana è la parte più ampia.
Essa è caratterizzata da importanti colonne a forma di croce, intervallati ad altre singole colonne. In tutte si trovano capitelli corinzi su cui poggiano archi a tutto sesto, slanciati e leggeri, che sembrano non aver fine nel sofisticato e maestoso soffitto a carena di nave rovesciata, ligneo, in cui l’uso del colore è , a dir poco, esaltante.
Nella navata di destra sono le croci stazionarie e gli affreschi, tra i quali svetta imponente l’affresco di San Zeno. Il più bell’affresco è però rappresentato dalla crocifissione del Cristo, dipinto dall’Altichiero nel XIV secolo.
Nell’ammirare gli affreschi noterete, forse, dei \”graffiti\”.
Non  sottovalutateli. 
Sono  degli ante  quem, ovvero, essendo  gli  affreschi  datati, grazie  ai  graffiti è possibile , in  certi  casi, datare  con  una certa  sicurezza  il  periodo  di  vita  di  una  persona, anche  a  distanza  di  tempo. Un  caso  eclatante  è  rappresentato  da  Berengario , signore di  Verona  che venne  assassinato  e , poco  prima  di  essere  ucciso, avrebbe  lasciato  il “suo  graffito”  all’interno  della  basilica  di  San  Zeno, proprio  in  quella  lontana  sera  del  7  Aprile  del  924d.C, all’età  di  73  anni. 
Poco  sotto  al  presbiterio  è  posta  la  scala  che porta  alla  cripta  di  San  Zeno, ove  riposano  le  spoglie  del  Santo. La  cripta, risalente  al  XII-XIII  secolo,  racchiude  una  chiesa  mirabile  nella  sua  semplice  maestosità dove  le colonne  sono  anch’esse  impreziosite  da  capitelli  di  fattura  raffinata. Anche  la  cripta  è ricca  di  affreschi. 
Sorprende il colpo d’occhio nel risalire dalla cripta alla parte plebana della basilica.
E’ da mozzafiato. Dal basso della scala pare si riesca ad apprezzare ancor più il capolavoro, sin nei minimi particolari, almeno per quanto concerne il soffitto, il rosone e la serie di archi a tuttosesto della parte plebana!
Al presbiterio, la cui balaustra presenta statue del Cristo e dei Santi, si accede tramite due scale che partono dalle navate laterali e che ci portano all’altare maggiore e alla pala del Mantegna. Non ci sono parole per descriverla.
E’ genio allo stato puro al servizio del Divino. Commissionata nel 1457 d.C., venne consegnata dal Mantegna nel 1459 d.c. e ancora oggi questo dipinto, raffigurante la Madonna che pare dialogare con Gesu’ Bambino, impressiona sia per vigoria cromatica sia per una sorta di ” divina pacatezza”.
La predella della pala rappresenta l’Orazione nell’orto del Getsemani, La Crocifissione e La Resurrezione. San Pietro, San Paolo, San Giovanni Evangelista, San Zeno, San Benedetto, San Giovanni Battista, San Lorenzo e San Gregorio Magno sembrano partecipare, attenti, al dialogo. Bellissimo l’affresco che troneggia imperioso nella sua policromica bellezza alle spalle dell’altare maggiore e dell’arco a sesto acuto, impreziosito da ulteriori affreschi, in un inno vero e proprio al culto della purezza del genio artistico e del sapere non asservito ai valori terreni che culmina con un’elegante volta a crociera.

La basilica  di  San  Zeno  a  Verona  è  inno  alla  grazia, è inno all’arte, è  continua  sorpresa  per l’intelletto  attento. Visitate  quest’opera  d’arte, fiore  all’occhiello  non  solo  dell’Italia  ma del  mondo  intero.

                                                                 
Fabio  Viganò 

BIBLIOGRAFIA

Fotografie Fabio Casalini

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