Homini divisi dalle donne

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Sino alla fine del XVII secolo uomini e donne della Formazza si recavano ogni 25 di giugno al passo di San Gottardo, quaranta chilometri da percorrere con qualsiasi condizione meteorologica. Si partiva dalla Valle Formazza, si risaliva sino alla piana di Riale per poi inerpicarsi sino al passo di San Giacomo, si scendeva ad Airolo per affrontare la salita finale al passo....
Sino alla fine del XVII secolo uomini e donne della Formazza si recavano ogni 25 di giugno al passo di San Gottardo, quaranta chilometri da percorrere con qualsiasi condizione meteorologica. Si partiva dalla Valle Formazza, si risaliva sino alla piana di Riale per poi inerpicarsi sino al passo di San Giacomo, si scendeva ad Airolo per affrontare la salita finale al passo.
I valligiani cantavano ed intonavano litanie, portando con loro stendardi religiosi. Il parroco era sempre in testa alla processione, ma non vedeva di buon occhio questa lunga camminata da affrontare con condizioni meteorologiche che in alcuni casi potevano divenire estreme.
Ma questo non era il solo motivo di preoccupazione per il parroco e la curia dell’alto Piemonte.
I valligiani, che giungevano al San Gottardo, appena si faceva sera si recavano all’ospizio per abbandonarsi al cibo, al bere ed alla baldoria. Tutti insieme, uomini e donne. Il giorno seguente il parroco ripartiva alla volta della Formazza con un numero nettamente inferiore di fedeli. La fatica di riportare a casa gli stendardi si divideva su di un limitato nucleo di persone. Era una grande fatica convincere gli uomini a farsi carico del peso per pochi chilometri. Il vescovo di Novara, in seguito alle lamentele dei parroci, commutò il pellegrinaggio in una processione annuale all’oratorio di Antillone dove venne dipinto un magnifico affresco del passo di San Gottardo. Il decreto emanato dal vescovo Carlo Bascapè il 14 settembre del 1610 recava la seguente dicitura: ” […] su istanza del curato di Formazza ed a motivo degli abusi da questo lamentati stabilisce che la comunità di Formazza sospenda l’annuale processione al San Gottardo sostituendola con processione al santuario di Antillone.” – riferimento- Mortarotti, I walser della Val d’Ossola, 1979.
Ma le genti di Formazza non erano soddisfatte della trasformazione della processione. Nel luglio del 1676 un nuovo decreto del vescovo di Novara Giuseppe Maraviglia riportava in vita il pellegrinaggio con le seguenti parole:” [….]su istanza della comunità di Formazza il vicario Foraneo ripristina la processione annuale al San Gottardo a patto che vengano rispettate determinate condizioni, tra cui deve essere garantito che homini divisi dalle donne.” – rifermento Mortarotti, I walser della Val d’Ossola, 1979.
La processione furistabilita ma con andare del tempo perse di importanza per essere poi abolita del tutto e nuovamente trasformata nell’escursione ad Antillone presso il Santuario.
Gli storici che hanno analizzato il fenomeno hanno portato in vita una terza ipotesi che può essere alla base dell’annullamento della processione e che fa riferimento alle peggiorate condizioni atmosferiche che la zona della Formazza ha subito a partire dal XVIII° secolo.
Il lettore ha ben tre diverse ipotesi sul perché sia stata annullata la processione, la mancanza di volontà da parte del parroco di camminare con stendardi, le peggiorate condizioni atmosferiche e la preoccupazione della curia per i lascivi comportamenti dei valligiani uno volta giunti al Passo del Gottardo.
Personalmente non posso nascondere che ho concentrato l’attenzione da sempre per le parole homini divisi dalle donne, facendomi ritenere che sia stata quella la vera causa della soppressione della processione….

Fabio Casalini

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