Everglades: da Naples a Miami.

Il nostro tour parte dalla città di Naples nel Sud della Florida e ci porta fino a Miami percorrendo la Statale 41 che, insieme alla “Everglades parkway” un prolungamento della interstate 75, taglia il parco dal Est a Ovest. La Statale 41 sebbene più piccola risulta di maggior fascino e forse permette di addentrarsi meglio nel selvaggio mondo delle Everglades.

Partiamo dunque dalla città di Naples che affaccia sul Golfo del Messico ed un tempo abitata dai nativi americani della tribù dei Caloosa.

Verso la fine del decennio del 1860 i primi “colonizzatori” fecero il loro ingresso nel territorio e furono talmente colpiti dalle bellezze della zona caratterizzata dal mare pescoso e dal clima mite che subito venne paragonata alla soleggiata Italia. La città venne dipinta in maniera talmente bella da poter persino competere con la baia di Napoli, da qui il nome inglese Naples. Ben presto il luogo divenne meta di di svernamento per personalità del Nord America e del Canada nonché ospitò per periodi più o meno lunghi divi del cinema e persone famose come per esempio Gary Cooper e Greta Garbo.


Lasciata alle nostre spalle Naples percorriamo la statale 41 in direzione Miami per una quarantina di miglia, sino a quando alla nostra destra troviamo la deviazione per Everglades City, la cittadina probabilmente più all’interno del parco nazionale. Sul territorio è ormai da tempo vietato costruire se non piccole installazioni legate al turismo, in quanto circa il 50 percento delle Everglades originarie sono state perse in favore dell’agricoltura. Gran parte di ciò che resta è oggi protetto dal Parco nazionale e da aree di conservazione delle acque che vengono tuttora usate come fonte idrica per grandi città, inclusa Miami.


Le Everglades, che si estendono nei periodi di piena per 65 km di larghezza e ad oltre 160 di lunghezza, formano la metà meridionale di un grande spartiacque che sorge nei pressi di Orlando, noto come sistema del Fiume Kissimmee. Il Kissimmee scorre da Taylor Creek e si scarica nel vasto e poco profondo Lago Okeechobee. L’acqua che lascia il Lago Okeechobee nella stagione umida forma le Everglades, un’inondazione annuale, poco profonda e dal movimento lento. Nella stagione delle piogge, tipicamente nel periodo estivo, formazioni temporalesche di una certa intensità alimentate da correnti fredde e calde che si incontrano sul golfo del Messico provocano veri temporali con precipitazioni così imponenti da far salire il livello dell’ acqua delle Everglades persino di un metro in un solo giorno ed è in quel periodo che favoriti dall’innalzamento delle acque i coccodrilli, nel periodo di secca rilegati solo in alcuni fiumi, conquistano il parco.


La fauna e la flora presenti sono talvolta ben lontani dall’immaginazione dei visitatori, oltre a coccodrilli di varie dimensioni ed uccelli acquatici troviamo anche un habitat adatto per tartarughe, granchi di ogni specie ma anche pantere e linci che, libere nel parco, si possono incontrare talvolta anche per strada. Tra le specie di piante oltre naturalmente alle mangrovie bianche e nere vi è una tipica erba che ricopre buona parte delle Everglades, chiamata erba a sega per via del suo terminale affilato che può facilmente tagliare in maniera seria la mani di chi, raccogliendola, non presta attenzione.

La maniera più interessante per apprezzare la bellezza delle Everglades è quella di scoprirle tramite gli airboat, delle imbarcazioni a fondo piatto mosse da un propulsore ad elica che permette di planare su acque anche di pochi centimetri, con il loro andamento sinuoso nelle curve che accarezzano le sponde dei fiumi che tagliano le paludi ma capaci anche di velocità vicine alle 35 Miglia orarie con esibizioni di testacoda ed improvvisi cambi di direzione : da provare assolutamente!


Marco Boldini.

BIBLIOGRAFIA

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