Il Sacro Monte di Ghiffa è inserito nel gruppo dei Sacri Monti prealpini, dal 2003 nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità.
Tra la fine del XVI e la metà del XVII secolo, fu concepito un piano edilizio per l’ampliamento dell’antico oratorio dedicato alla Santissima Trinità e la costruzione, attorno ad esso, di un Sacro Monte sulla collina fitta di boschi con incantevole vista sul Lago Maggiore.
Altri interventi costruttivi ebbero luogo tra la metà del XVII ed il secolo successivo. Nel suo stato attuale il sacro monte comprende, oltre al santuario, tre cappelle dedicate a differenti soggetti biblici e l’elegante porticato della Via Crucis.
Altri interventi costruttivi ebbero luogo tra la metà del XVII ed il secolo successivo. Nel suo stato attuale il sacro monte comprende, oltre al santuario, tre cappelle dedicate a differenti soggetti biblici e l’elegante porticato della Via Crucis.
Le cappelle erette, tutte poste in prossimità del Santuario sono tre, la prima è quella della Incoronazione della Vergine, eretta nel 1647, la seconda è dedicata a San Giovanni Battista, costruita nel 1659, e l’ultima è la Cappella di Abramo, posta un poco più in basso e realizzata tra il 1703 ed il 1722.
Il Sacro Monte di Ghiffa è posto lungo le pendici boscose del monte Cargiago, sopra l’abitato di Ronco, a 360 metri s.l.m., con una stupenda vista sul Lago Maggiore. In tale sito già era presente, prima della sua costruzione, un edificio di culto caro alla fede religiosa delle popolazioni locali. La Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte della Ss. Trinità di Ghiffa, gestita dalla Regione Piemonte, si estende sulle pendici del Monte Cargiago, dall’abitato di Ronco sino alla cima del monte a 713 metri, ricoprendo una superficie di circa 200 ettari di zona boschiva.
Quale il motivo per cui è comunemente conosciuto come la Trinità?
Il primo documento storico che menziona l’esistenza della chiesa è del 1591.
Fu redatto in occasione della visita pastorale del vescovo di Novara, Cesare Speciano.
La descrizione fatta della chiesa, dedicata alla Trinità, fa comprendere come essa corrispondesse allo spazio occupato dalla prima campata dell’attuale santuario. Vi era sopra l’altare un affresco, tuttora presente, con l’immagine ripetuta tre volte del Cristo: si tratta di un simbolo trinitario che evoca le tre persone uguali e distinte.
Si tratta di un’immagine molto venerata, alla quale erano riconosciuti poteri taumaturgici.
Nel corso del XVIII secolo, su di un fianco della chiesa fu ricavata la Casa del Romito, modesta abitazione per il padre dei Trinitari che custodiva il sito.
Dalla sommità del Sacro Monte si gode una stupenda vista sul Lago Maggiore, che permette di trascorrere ore di tranquillità nel silenzio della collina fitta di boschi.
Fabio Casalini