Correva l’anno 332 a.c.
La città di Tiro era assediata dalle truppe d’Alessandro Magno.
I soldati, però, erano terrorizzati.
Un segno premonitore, certamente divino, era comparso sulle loro pagnotte: sangue!
Di sicuro doveva attribuirsi ad un monito divino… Con il passar dei secoli quest’evento si manifestò ancora…
Sanguinarono le ostie consacrate in quel di Parigi – 1290 d.C. – a Bruxelles – 1369 e 1379 – a Wilsnack, in Germania – 1383.
Sangue, ancora sangue, comparve sul pane a Chalons, in Francia (1792).
Ma a Bolsena era intanto avvenuto un vero e proprio miracolo !
Un evento inspiegabile agli occhi della scienza di quei tempi!
Si era nell’anno 1263.
Un prete, in pellegrinaggio verso Roma, piuttosto dubbioso sul fatto che nell’ostia consacrata vi fosse realmente il corpo di Cristo, nel celebrare la Messa nella chiesa di Santa Cristina a Bolsena, vide l’ostia trasudare sangue.
Il “sangue” macchio’ l’altare e il corporale di lino del sacerdote.
Inutile affermare che i suoi dubbi furono da subito fugati…
Urbano IV, sembra, venne cosi’ a tal punto influenzato da quest’evento miracoloso da dichiarare la festa del Corpus Domini obbligatoria per tutta la Chiesa. L’anno seguente emanò la bolla “Transiturus de hoc mundo “, con la quale era definitivamente istituita la festività in memoria del miracolo di Bolsena. In realtà, il miracolo di Bolsena, ha avuto anche una spiegazione microbiologica (per una rassegna si veda la rivista della American Society of Microbiology, articolo di Johanna C.Cullen dal titolo:”The miracle of Bolsena”).
Ma lasciamo la provincia di Roma e spostiamoci, secoli dopo, in provincia di Padova, a Legnaro.
A casa d’Antonio Pittarello, umile contadino, la polenta trasuda sangue!
Immaginate la faccia del poveraccio…
Siamo nel 1819, precisamente nel mese di Agosto. Nei giorni a seguire tale fenomeno si manifesto’ anche in altre abitazioni!
Il povero contadino deve aver sospirato un “deo gratia”!
La chiesa incaricò Padre Pietro Melo ad investigare sulla presunta “ opera del maligno”. Questi, alla fine, la definì , dopo attenta analisi, come un prodotto di fermentazione .
Ma chi spiego’ il fenomeno fu un giovane farmacista dell’epoca: Bartolomeo Bizio.
Nel 1823 l’identificò dopo aver condotto studi in modo del tutto indipendente e la defini’ con il termine di Serratia Marcescens.
Il “miracolo della polenta sanguinante” altro non era che della semplice polenta contaminata da un battere che venne definito Serratia, le cui colonie pigmentate di rosso vivo, simulavano l’aspetto di gocciole di sangue coagulato. Questo tipo di batterio venne detto anche Chromobacterium prodigiosum.
Fu detto Marcescens proprio perché dopo esser giunto alla mirabile colorazione, prodigiosamente rossastra, marcisce e scompare.
In realtà la Serratia Marcescens è un battere patogeno opportunista, isolato in diverse infezioni extra-intestinali. La Serratia Marcescens determina infezioni molto gravi sia perché colpisce, da buon opportunista, soggetti debilitati, sia perché risulta essere poco sensibile alla maggior parte dei farmaci antibatterici, quindi molto resistente !
E’ classificato tuttora nel genere Serratia, tipo Marcescens.
Altri tipi di Serratia possono essere la Rubidiae e la Liquefaciens (si veda Principi di Microbiologia Medica del Prof.Michele La Placa).
La scienza aveva compiuto un piccolo passo…importante per l’umanità!
Fabio Viganò