Di sicuro cerco sempre di dare un po’ di fastidio e, soprattutto, di indurre i lettori a riflettere e a dubitare di tutto quello che si sentono raccontare dai media: un paio di esempi, la morte di Lady Diana nel romanzo “Ladykill-Morte accidentale di una lady” o le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein in “Babilonia Connection” (uno dei miei romanzi firmati François Torrent). Già alle sue origini la letteratura gialla era uno stimolo per l’intelligenza. Applicata alla politica internazionale serve a ragionare su quello che sta accadendo realmente e non sempre ci viene detto. Questo pero’ senza mai rinunciare al compito primario, quello di intrattenere i lettori con una storia appassionante.
Soprattutto un inventore di storie. Faccio lo scrittore perché continuo ad avere storie che mi affollano la testa e quindi anche la necessità di scrivere e dividerle con il pubblico. Poi, accidentalmente, quando queste storie parlano di problemi reali, dell’individuo, della società, della comunità internazionale, allora puo’ darsi che io diventi anche un lettore critico del mondo. Diciamo che cerco di scrivere prodotti di “intrattenimento intelligente” e che spesso, saccheggiando la realtà, ci siano significativi effetti collaterali.
Il signor Brown era considerato un onesto e modesto autore di thriller, fino al giorno in cui è stato trasformato in un fenomeno di marketing ben al di là dei suoi meriti. In realtà si è semplicemente inserito in un filone che, anche in Italia, aveva già dato ottimi frutti. Ma nessuno si è mai sognato di creare una smisurata promozione internazionale per un bellissimo romanzo di Stefano Di Marino di metà anni ’90, “I sette sentieri dell’Alleanza”, giusto per fare un esempio. Cosi’ molti lettori hanno creduto che le migliori trovate di Dan Brown fossero originali, e non un semplice lavoro di “exploitation”, lo sfruttamento di elementi di un filone già consolidato. Ma, per essere generosi, gli si potrebbe trovare un posto di programmatore sul ponte ologrammi dell’Enterprise del comandante Picard.
La mia impressione è che cio’ che abbiamo visto in scena di recente sia stata solo una parte del dramma. Credo che dietro ci sia stata una partita a scacchi di messaggi subliminali e allusioni tra Obama e Putin. Il fatto è che la Siria, come la Cecenia, è nell’area di influenza russa, quindi il recente tintinnio di sciabole nascondeva probabilmente altri messaggi. Inoltre la Siria rappresenta una situazione ambigua, per gli Stati Uniti e l’Occidente, come ho sottolineato nel nuovo romanzo che esce a dicembre 2013 da Segretissimo: “Programma Firebird” (anche questo firmato François Torrent): i ribelli siriani che gli USA avrebbero aiutato contro Assad comprendono tra le loro file sia i Fratelli Musulmani, come quelli che sono stati boicottati in Egitto, sia affiliati ad Al Qaeda, come quelli contro cui gli USA combattono ancora in Afghanistan e Iraq. Intanto Putin in realtà sta cercando di risolvere una sorta di… questione interna, cercando di tenere tranquilli gli occidentali e le loro coscienze confuse.
Forse non saranno rinnovate le scorte di sarin… del resto al momento non si è neppure sicuri al cento per cento che i gas siano stati utilizzati dal governo siriano e non da fazioni ribelli, anche se Assad è il principale sospettato. Ma suppongo che il flusso di armi convenzionali prosegua ininterrotto e senza essere nemmeno troppo segreto.
Anche la Cecenia è in effetti una sorta di questione interna, ancora di piu’ dal momento che è un frammento dell’ex impero sovietico. La sensazione è che non si possa discutere con Putin della Cecenia, dal momento che lui ha lasciato fare all’Occidente in Afghanistan e Iraq. A ognuno le sue aree di influenza… anche se poi restano tutti problemi irrisolti.
Ho la sensazione che i luoghi del potere siano stati la causa principale della crisi. In primo luogo perché per decenni molti governi, in particolare quelli italiani, ma non solo, si sono comportati in modo parassitario nei confronti dei paesi che gestivano. Non si puo’ pretendere di spremere un paese senza interruzione e dopo anni aspettarsi che ne esca ancora qualche goccia. In ogni caso, dalla crisi, qualcuno ha sicuramente tratto guadagni: certe speculazioni, certe notizie, certi abbassamenti di grado annunciati nei momenti opportuni credo siano serviti a qualcuno per fare investimenti vantaggiosi. L’unico inconveniente è che i luoghi del potere sono tanti e tutti cercano di farsi le scarpe a vicenda, quindi non credo che ci sia un’unica enorme stanza dei bottoni che regola i destini del mondo, ma tante stanze piene di bottoncini e di gente che cerca di fregare quelli delle stanze rivali. Se ne vedono i risultati.
Benissimo, il mio lato bonvivant si è immediatamente tuffato sulle specialità locali e svizzere in generale. Ho scoperto alcuni prodotti di cui ignoravo l’esistenza… tra cui la carne secca del Canton Ticino e il pregevolissimo whisky Säntis Malt, che non viene dalla Scozia bensi’ dall’Appenzello. E il panorama di Losone in queste giornate di sole è davvero incantevole.
La realtà supera abitualmente la fantasia: uno scrittore è tenuto a rispettare la coerenza di una storia, il mondo reale invece no. Dai servizi segreti… mi aspetto che leggano i miei libri. Consiglierei il mio “Le grandi spie” (edito da Vallardi) come libro di testo per aspiranti agenti segreti. Ogni tanto bisognerebbe imparare dalla storia.