Correva l’anno de Signore 1386.
Era notte a Milano.
Gian Galeazzo Visconti, signore della città, dormiva.
All’improvviso il sonno dei giusti è guastato da un tonfo, sordo.
Un rumore di zoccoli, uno strano odore di zolfo, una luce fosca.
Un rumore di zoccoli, uno strano odore di zolfo, una luce fosca.
Una voce ruvida e dura: “Voglio portare la tua anima all’inferno!”
Silenzio.
“Verrai con me!”
Silenzio, paura.
“Alzati!”
Al Visconti sembra non esserci spazio per la trattativa.
Ma il diavolo conosce in anticipo la fine del libro.
Approfitta del terrore suscitato nel Gian Galeazzo per avanzare la sua richiesta: “Potrai evitare gli inferi solo costruendo una chiesa piena di immagini del signore del male.”
L’uomo non aveva alternative.
Non è possibile contrattare con il demonio.
Vince sempre la paura.
Il Visconti si mette in moto e dal mattino seguente prende accordi con arcivescovo di Milano al quale offre in dono le sue cave di marmo rosa di Candoglia dalle quali ricavare la pietra necessaria per la costruzione della Grande Cattedrale.
Vengono selezionati gli architetti per la costruzione, il primo è Simone da Orsenigo.
Il luogo per la chiesa deve essere centrale. Viene scelto il sito dove un tempo sorgeva il tempio di Minerva, poi sostituito dalla Basilica Nova ad opera di Sant’Ambrogio. Nel sito a fianco alla Basilica sorgeva la chiesa di Santa Maria Maggiore. Nel 1075 un incendio distrusse entrambe le costruzioni.
Malgrado le due costruzioni fossero distrutte rimaneva il problema di creare maggiore spazio per la costruzione della nuova grande chiesa.
Si decise di eliminare il palazzo episcopale che si trovava sul fianco delle 2 chiese.
Il palazzo si chiamava domus sancti ambrosii, motivo per cui la cattedrale di Milano prese il nome di Duomo.
Sedici anni dopo l’inizio dei lavori il Gian Galeazzo Visconti muore.
Il tempo passa, ai Visconti si succedono gli Sforza, ai direttori dei lavori altri direttori, ad architetti altri architetti, il tempo passa inesorabile e la cattedrale non è ultimata.
Nel 1774 un momento importante: viene collocata la statua della Madonnina.
Ma la costruzione non è ultimata.
Il disegno del diavolo non è ancora compiuto.
Ci pensa Napoleone che, commosso nel vedere il Duomo non ultimato, decide di far erigere la facciata.
Ma non siamo ancora giunti alla fine del libro.
Verso la metà dell’ottocento viene deciso di abbattere il campanile e di trasferire le campane all’interno del Duomo.
Negli stessi anni vengono portate a termine le guglie.
Nel 1892 il Duomo viene, finalmente, ultimato.
Gian Galeazzo Visconti non può assistere al completamento della casa del diavolo, ma nessuno avrebbe potuto, in quanto gli anni intercorsi tra l’inizio e la fine sono stati oltre 500, o forse qualcuno si: il demonio.
Lui si ha potuto assistere a tutta l’opera di costruzione, dall’inizio alla fine.
Non siete convinti di quanto avete letto?
Vi lascio in ricordo un semplice dato: 96 “doccioni” presenti tra le statue del Duomo ritraggono il maligno.
Il diavolo ha vinto, il suo volere è fatto.
Dimenticando l’odore di zolfo e il rumore di zoccoli, il Duomo di Milano, Dòmm de Milan in dialetto milanese, è il simbolo del capoluogo lombardo e rappresenta la cattedrale dell’arcidiocesi di Milano. Situato nell’omonima piazza è dedicato a Santa Maria Nascente. Per superficie è la sesta chiesa cristiana nel mondo.
Mark Twain disse «Il Duomo, simbolo per eccellenza di Milano, è la prima cosa che cerchi quando ti alzi al mattino e l’ultima su cui lo sguardo si posa la sera. Si dice che il Duomo di Milano venga solo dopo San Pietro in Vaticano. Non riesco a capire come possa essere secondo a qualsiasi altra opera eseguita dalla mano dell’uomo.»