La prova di tanto accanimento interpretativo è riscontrabile negli incartamenti dei processi ad alcune donne di Croveo e Baceno; queste riferiscono che il demonio si manifesta nelle vicinanze di un masso, nella cavità oscura che c’è dietro di esso.
Come ebbe inizio l’attività inquisitoriale in queste terre di confine?
Probabilmente con l’affissione sul portone della chiesa di Baceno, dedicata a San Gaudenzio, del seguente avviso: \”noi vicario del vescovo e del giudice suddetto, prescriviamo e ordiniamo quanto segue: Si conti fino a circa dodici giorni a partire da oggi. Allo scadere di questi il giudice secolare manderà un ordine affinché ci venga rivelato se qualcuno abbia saputo, visto o sentito dell’esistenza di una persona eretica o di una strega, per diceria o sospetto, in particolare se si tratta di persona che pratichi cose tali da nuocere agli uomini, alle bestie o ai frutti della terra. Se costui non obbedirà ai nostri ordini e non testimonierà entro il termine stabilito sappia che sarà trafitto dalla spada della scomunica\”.
Il resto è noto, processi, torture, interrogatori nel buio di qualche lugubre stanza e morte, tramite il fuoco o per malattia. Le prove secondo alcuni non si esauriscono qui. Nelle vicinanze di questo masso ve ne è un secondo a forma quadrangolare che potrebbe sembrare un leggio sul quale le zelanti donne si inginocchiavano per lanciare i loro riti propiziatori.
Inoltre su di un’altra rupe vi sono incise delle lettere (S e forse C) con due croci. Le lettere potrebbero essere quelle di un prete o un inquisitore che cercarono in qualche modo di cristianizzare quello strano posto invaso dalla malvagità. Purtroppo questa interpretazione risulta fallace poiché i simboli sarebbero semplicemente delle delimitazione di confini.