Se c’è un posto al mondo unico per bellezze naturali ed artistiche, questo è Portovenere. Lo raggiungo attraversando La Spezia. Dopo diversi chilometri di curve si giunge ad un belvedere, dove è possibile apprezzare tutta la baia di Portovenere con la vicina Isola di Palmaria.
In fondo, proprio sulla punta estrema della scogliera, spicca la magnifica Chiesa di San Pietro, costruita sulle “ceneri” di quello che fu il Tempio di Venere Ericina, eretto dai romani. Portovenere è talmente bella e preziosa che Eugenio Montale, incantato ed innamorato di questo luogo scrisse: “Là fuoriesce il tritone dai flutti che lambiscono le soglie d’un cristiano tempio, ed ogni ora prossima è antica. Ogni dubbiezza si conduce per mano come una fanciulla amica. Là non è chi si guardi o stia di sé in ascolto. Quivi sei alle origini e decidere è stolto: ripartirai più tardi per assumere un volto.”
Non indugio oltre…Lascio che la strada, ora tutta in discesa, mi conduca a Portovenere. Parcheggiata la macchina in riva al mare, guadagno l’antica porta d’ingresso del borgo. Lascio che il mio animo si perda nel” carugio”, antico acciottolato percorso da migliaia di persone dalle culture più disparate! L’animo si espande ed urla di gioia commista a stupore quando raggiungo il vasto piazzale antistante la Chiesa di San Pietro!
Spicca imperiosa nella sua umile perfezione! Sembra congiungere l’orizzonte del cielo con l’immensità del mare! Si ode soltanto il ritmato canto delle onde marine…
Lei è lì che aspetta, proprio come fosse una bella donna! Una donna innamorata…
E’ una perla in stile romanico gotico costruita sui resti del tempio pagano romano. La Chiesa originaria è opera del V° secolo, a pianta rettangolare ed abside semicircolare. Come scrive l’amico Massimo Battolla, venne consacrata nel 1118. Gode di un’invidiabile posizione a picco sul mare che la rende ancor più intrigante. L’interno della Chiesa di San Pietro è caratterizzato da tre navate, una centrale e due laterali, arricchite da volte ogivali e soffitti a crociera. Il tutto in un’alternanza cromatica essenziale ma molto efficace che lascia stupiti ed a bocca aperta, quasi si tornasse bambini…L’altare, in marmo bianco, illuminato da una bifora di rara bellezza, pare spezzare l’armonia del resto della chiesa, data la sua estrema semplicità. In realtà il contrasto è voluto!
L’armonia architettonica ne beneficia in modo mirabile. Il gioco cromatico chiaroscurale predomina l’interno della chiesetta. Il bianco ed il nero si susseguono di continuo, inseguendosi e regalando uno slancio ieratico a tutta la struttura. Due cappelle, infine, completano l’opera. La prima e’ della torre campanaria, caratterizzata dalla presenza di bifore. Pregevole la cappella dedicata a San Pietro che, impone il religioso silenzio. L’esterno è caratterizzato da un prezioso porticato ad archi e colonne dalle fattezze di rara bellezza ed armoniosa leggiadria di slancio che ben si collocano, quasi a mo’ di vedette del mare, tra le cinque terre e le grotte di Byron! Un panorama che rallegra l’animo estasiando tutti i visitatori.
Ha ragione Montale quando dice: ”e decidere è stolto. Ripartirai più tardi per assumere un volto.” In realtà, non importa da dove si venga! Portovenere ci cambia….Portovenere non la si dimenticherà mai più! Ovunque si vada la si ricorderà sorridendo, come si sorride nel ripensare ai bei ricordi…Sorrideremo rimpiangendola! Portovenere lascia il segno!!!
Ma è già ora di pranzo. Un certo languore mi ricorda che non di sola arte vive l’uomo ma anche di cibo! Meglio se buono!!Vado a colpo sicuro.
Mi reco dall’amico Antonio, gestore dell’ Antica Osteria del Carugio.
Di sicuro mi troverò bene.
Una antica osteria dai sapori d’un tempo passato, cucina sopraffina.
Mangio una Mes-ciua (minestra tipica spezzina con fagioli, ceci e grano) ed a seguire Cozze alla marinara ed Acciughe con aglio, origano e capperi, condite con olio ligure. Il tutto annaffiato da un quarto di bianco locale sfuso ed un litro di acqua!
Il palato ringrazia!!! Voglio esagerare! Formaggi misti e Pandolce della Maria! Ottimo…. Semplicemente ottimo!! Per finire un bel caffè ed una grappa delle cinque terre ! Antonio sorride nel vedermi soddisfatto….Chiedo lumi riguardo la preparazione di un piatto….Lo chef, mi spiega pazientemente.
Pago e vado a perdermi per carugi, nuovamente alla scoperta della Città! Vi suggerisco però di passare da Antonio! Lui e tutto il suo staff Vi faranno star bene! Ritorno ad arrampicarmi per “carugi”! Raggiungo la Chiesa di San Lorenzo i cui lavori iniziarono nel 1116. Il progetto è dell’Antelami. La struttura, importante ,dalla facciata maestosa, se rapportata alla Chiesa di San Pietro, presenta un bel rosone centrale che sormonta una trifora elegante incastonata in una arcata. Questa è posta al di sopra di un susseguirsi di volte a spicchi bianco grigiastri che ben rendono il senso di profondità, una sorta d’invito al fedele ad abbandonarsi tra le braccia del Divino.
L’architrave in marmo rappresenta in bassorilievo il supplizio di San Lorenzo. L’interno è caratterizzato da tre navate. La navata centrale è ampia rispetto alle laterali, illuminata dalla luce che pervade il tempio attraverso il rosone della facciata in stile gotico. Il soffitto è ligneo. Alla fine della navata centrale si segnala un pregevole pulpito, in marmo, dai pregiati bassorilievi. La navata centrale è caratterizzata da continue volute di arcate a tutto sesto che poggiano su colonne dai capitelli in stile dorico . All’interno della Chiesa di San Lorenzo si può visitare l’altare della Madonna Bianca. L’immagine della Madonna Bianca risalirebbe al XIV secolo. Da vedersi, inoltre, il trittico del XV secolo. C’è quindi da aggiungere che la Chiesa subì un grave incendio, sempre nel XIV° secolo, e venne quindi rinnovata. Nel 1204, un trave concavo, contenente reliquie e tesori raggiunse Portovenere. Esso è esposto nella chiesa e testualmente la dicitura recita:
“Questo trave in cedro del Libano, con cavità praticatavi interiormente e ripiena di Sacre Reliquie, miste ad ingente tesoro, giunse a Porto Venere nell’anno 1204. Incerta la provenienza del prezioso trave, se portato da galea portovenerese dalla Palestina o da Costantinopoli, per sottrarre il contenuto all’invasione mussulmana, o gettato in mare da nave pericolante o per assalto piratesco. La chiesa conserva il preciso elenco delle reliquie ed oggetti contenuti nel trave redatto dal cardinale Durazzo nel 1644 .”
A fianco del trave, proprio nell’angolo ,un bel fonte battesimale, in marmo bianco, sormontato da una piccola struttura lignea, finemente lavorata.
A fianco del trave, proprio nell’angolo ,un bel fonte battesimale, in marmo bianco, sormontato da una piccola struttura lignea, finemente lavorata.
Getto un’ultima occhiata alla Chiesa di San Lorenzo. ”Che bel fresco…”, considero tra me e me mentre assaporo la bellezza della trifora della facciata. Dall’interno il fascio di luce che penetra sia dal rosone che dalla trifora lasciano di stucco. Il gioco ombra e luce è notevole. Me ne vado nel giro di pochi minuti per visitare il Castello dei Doria, i signori di quel tempo! La canicola è infernale! Mi arrampico ancora e, madido di sudore, giungo all’entrata del castello dove incontro una signora che mi chiede se faccia caldo.
Scoppiamo entrambi a ridere! Pago il biglietto e visito il Castello.
Il colpo d’occhio sul golfo é stupendo!
Decido di girare a destra e a manca per il Castello attendendo l’imbrunire scattando fotografie e meditando.
Decido di girare a destra e a manca per il Castello attendendo l’imbrunire scattando fotografie e meditando.
Portovenere….
Portovenere non la dimenticherò mai…
Fabio Viganò