La Lanterne de bon Dieu.
Dopo di lui lavorò anche Jacques Villon che realizzò vetrate sino al 1963.
I lavori alla cattedrale di St. Etienne iniziarono in contemporanea con la costruzione delle altre grandi cattedrali di Francia, Reims, Amiens e Le Mans, con le quali competeva per bellezza e grandiosità della volta.
L’interà città è una profusione di chiese: si va dalla più vecchia di Francia, St.Pierre-aux-Nonnains, alla chiesa rococò di St. Maximin, che meritano una visita.
Se le vicine Nancy e Strasburgo sono delle belle donne che mettono in risalto i loro gioielli, Metz è una donna severa ma ancora affascinante. Semplice, contadina ed illuminata. Molto ben illuminata.
Metz è la Lorena, quella antica.
Sincera nei modi e nel mangiare.
Due sono i piatti tipici della regione, che hanno girato il mondo e sono tornati a casa.
Un ristoratore a Metz mi disse che la nouvelle cuisine è defunta; si è tornati alle origini, ai piatti del territorio.
Il primo piatto che dovete gustare all’ombra della cattedrale è la Tarte Lorraine, pasta sfoglia con ripieno a base di carne e panna. Il secondo è la Quiche Lorraine al forno: disco di pasta sfoglia su cui viene adagiato un composto a base di uova, pancetta e panna.
Arte, cultura e buona tavola.
Città severa ma sincera.
Fabio Casalini