Metz, la Lanterne du bon Dieu

Metz è la Cattedrale di Santo Stefano.

La Cattedrale di Santo Stefano è la vetreria gotica per eccellenza.
La superficie coperta dalle vetrate della cattedrale è la più vasta d’Europa, questo primato vale alla costruzione l’appellativo di:

La Lanterne de bon Dieu.

Tra le vetrate spiccano senza dubbio quelle di Marc Chagall: venne chiamato, finita la seconda guerra mondiale, a sostituire le vetrate andate in frantumi a seguito del conflitto.
Disegnò due serie di vetrate: l’antico testamento ed eva e la mela.
Dopo di lui lavorò anche Jacques Villon che realizzò vetrate sino al 1963.
Anche le dimensioni totali dell’edificio sono notevoli.
Non si sviluppa in altezza delle torri ma in altezza della volta, anche in questo caso una delle maggiori d’Europa.

I lavori alla cattedrale di St. Etienne iniziarono in contemporanea con la costruzione delle altre grandi cattedrali di Francia, Reims, Amiens e Le Mans, con le quali competeva per bellezza e grandiosità della volta.
L’interà città è una profusione di chiese: si va dalla più vecchia di Francia, St.Pierre-aux-Nonnains, alla chiesa rococò di St. Maximin, che meritano una visita.
Se le vicine Nancy e Strasburgo sono delle belle donne che mettono in risalto i loro gioielli, Metz è una donna severa ma ancora affascinante. Semplice, contadina ed illuminata. Molto ben illuminata.

Metz è la Lorena, quella antica.
Sincera nei modi e nel mangiare.
Due sono i piatti tipici della regione, che hanno girato il mondo e sono tornati a casa.
Un ristoratore a Metz mi disse che  la nouvelle cuisine è defunta; si è tornati alle origini, ai piatti del territorio.
Il primo piatto che dovete gustare all’ombra della cattedrale è la Tarte Lorraine, pasta sfoglia con ripieno a base di carne e panna. Il secondo è la Quiche Lorraine al forno: disco di pasta sfoglia su cui viene adagiato un composto a base di uova, pancetta e panna.
Arte, cultura e buona tavola.
Città severa ma sincera.

Fabio Casalini

BIBLIOGRAFIA

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