Il lago si trova incastonato tra le foreste del Latemar, gruppo dolomitico che si rispecchia nella sue placide acque (quando il lago non è gelato).
Vi sono due momenti in cui l’atmosfera che si respira intorno alle acque del lago è magica: la mattina appena prima dell’alba e nel tardo pomeriggio sul nascere del tramonto….
Il lago è alimentato da sorgenti sotterranee e raggiunge la sua massima estensione a fine primavera ed inizio estate con lo scioglimento delle nevi.
La temperatura rimane sempre molto bassa, anche in piena estate non supera i 13-14 gradi, quindi non pensate di poter accarezzare le piccole onde neppure con la punta dei piedi!!!!! Inoltre è difficoltoso raggiungere le acque del lago, in quanto è completamento recintato con una staccionata di legno che nulla toglie alla bellezza del luogo.
Per raggiungere il lago, da Bolzano, si deve imboccare la strada della val d’Ega (Strada delle dolomiti) ed oltrepassare i paesi di Novaponente e Nova Levante, e giungere dopo circa 25 km in prossimità del lago che è ben visibile dalla strada altro non fosse per un immenso parcheggio costruito sulla sinistra del lago stesso con il brulicare di Bar e rivendita di souvenirs.
La leggenda della bellissima Ondina, ninfa che ne abitava le acque: Si racconta che molti anni fa, nel Lago di Carezza, viveva una splendida sirena. Un giorno lo stregone Masarè la sentì cantare e se ne innamorò perdutamente. Usò tutti i poteri di cui disponeva per conquistare la sirenetta del lago senza riuscirvi! Lo stregono decise di chiedere soccorso alla strega Langwerda, la quale gli consigliò di travestirsi da venditore di gioielli, di stendere un arcobaleno tra la catena del Catinaccio e quella del Latemar e di recarsi infine al Lago per attirare la sirenetta e portarla via con se. Lo stregone fece “quasi” tutto quello che la strega gli aveva suggerito, dimenticandosi però di travestirsi da venditore di gioielli. La sirena rimase incantata alla vista dell’arcobaleno che solcava le acque del lago e giungeva al Latemar partendo dal Catinaccio. Ben presto si riprese e si accorse della presenza del mago e si immerse nuovamente nelle acque del lago. Da quel momento mai nessuno la vide riaffiorare dalle acque. Il mago in preda alla disperazione decise di strappare l’arcobaleno e di gettare le gemme preziose, con le quali lo aveva ricoperto, nel lago. Questo è il motivo per il quale ancora oggi il lago di Carezza risplende con i colori dell’arcobaleno….
La sirena è adagiata su un masso, a voi trovarla…..
Fabio Casalini