Se ne sta lì, impassibile testimone silenzioso della storia.
Se ne sta lì, superba struttura posta proprio su di un fianco del monte Caputo, poco distante da Palermo, in quel di Monreale.
Se ne sta lì, pronto a stregarvi con tutte le sue magnificenze!
La costruzione risalirebbe a tempi che furono. Infatti sarebbe stato eretto tra il 1172 ed il 1189 per volere di Guglielmo II d’Altavilla, re dei Normanni.
Sono passati quasi mille anni ma il Duomo, a dir la verità, non li dimostra!
E’ un raro gioiello architettonico dalla così pura bellezza!
Un vero patrimonio dell’umanità.
Sono passati quasi mille anni ma il Duomo, a dir la verità, non li dimostra!
E’ un raro gioiello architettonico dalla così pura bellezza!
Un vero patrimonio dell’umanità.
Lo si può solo condividere in quanto riconosciuto da tutti come tale.
Come una bella donna o un bell’uomo….
In questo caso però non avremo il naturale decadimento umano. Il bello persisterà non ossidato dall’inesorabile trascorrere del tempo.
Il passare dei secoli sembra averlo risparmiato proprio perché noi lo si possa ammirare.
Lui è lì, indiscusso padrone della Conca d’Oro.
La domina dall’alto, sino a perdita d’occhio.
La visuale che offre al visitatore è da mozzafiato.
Venne edificato con l’intento di divenire un’abbazia.
Con il passar del tempo, nemmeno troppo ad onor del vero, divenne sede vescovile. Come logica conseguenza avvenne il sorgere dell’agglomerato urbano. Proprio l’abbazia divenne il centro politico-culturale dell’epoca. Sin dai primi vagiti, il fulcro della Città era rappresentato dal Duomo.
Ma non solo la vita di Monreale ruotava attorno al Tempio.
La Sicilia tutta trovava il proprio culmine intellettuale nel Duomo di Monreale.
Ma non solo la vita di Monreale ruotava attorno al Tempio.
La Sicilia tutta trovava il proprio culmine intellettuale nel Duomo di Monreale.
In esso vivranno e vivono tuttora culture e credo diversi, in una armoniosa commistione delicatissima e raffinata che sfocia in vera tensione mistica verso l’infinito.
E’ un vero sforzo di perfezione unica nel suo genere.
E’ un vero sforzo di perfezione unica nel suo genere.
E’ una delle più’ belle, nonché stupefacenti manifestazioni del genio umano asservito a Dio. Esso rappresenta, senza ombra di dubbio alcuno, l’apoteosi dell’arte. Un’apoteosi che ci lascia senza fiato dallo sbigottimento, stupiti ed esterrefatti da tale mirabile maestria artistica.
Nel Duomo confluiscono e convivono sia la scuola occidentale che orientaleggiante. La prima, caratterizzata da elementi romanico-gotici ben si sposa con gli elementi di stampo prettamente bizantineggiante, in un disegno architettonico d’esaltazione di forma che porta all’estasi dei sensi!
La facciata ci sorprende!
Turrita, possentemente caratterizzata da due maestose costruzioni solenni, imponenti e salde, di cui una campanaria. Presentano monofore e bifore. Tra di esse è racchiuso, quasi gelosamente custodito, il bel porticato. Costruito postumo rispetto alle torri, è sorretto da esili colonne che si slanciano culminando in archi a tutto sesto.
Turrita, possentemente caratterizzata da due maestose costruzioni solenni, imponenti e salde, di cui una campanaria. Presentano monofore e bifore. Tra di esse è racchiuso, quasi gelosamente custodito, il bel porticato. Costruito postumo rispetto alle torri, è sorretto da esili colonne che si slanciano culminando in archi a tutto sesto.
Le absidi esterne sono un continuo e ripetuto susseguirsi di archi che paiono dapprima essere goticheggianti, ma che sfumano in volte a tutto sesto, in un gioco di forme geometriche che trasforma lo statico in perpetuo movimento. Il dinamismo plastico elegante pare proiettarsi e perdersi nel cielo stesso.
Pregevole il portale principale bronzeo, dalle stupende formelle di Bonanno da Pisa, risalente al 1185 d.c.
Sono bassorilievi semplicemente disarmanti nella loro irripetibile raffinatezza.
Pregevole il portale principale bronzeo, dalle stupende formelle di Bonanno da Pisa, risalente al 1185 d.c.
Sono bassorilievi semplicemente disarmanti nella loro irripetibile raffinatezza.
Un capolavoro di scuola romanica.
Anche l’ingresso laterale non è da meno…
Risalirebbe al 1186 d.c., anch’esso bronzeo. Sarebbe attribuibile a Barisano da Trani. Questo portale, anch’esso a formelle ,sarebbe il risultato di elementi raffigurativi pagani e cristiani. Inoltre il portale conterrebbe una sorpresa nella sorpresa stessa!
Risalirebbe al 1186 d.c., anch’esso bronzeo. Sarebbe attribuibile a Barisano da Trani. Questo portale, anch’esso a formelle ,sarebbe il risultato di elementi raffigurativi pagani e cristiani. Inoltre il portale conterrebbe una sorpresa nella sorpresa stessa!
Una caratteristica che lo renderebbe ancor più prezioso!
Infatti presenta un’architrave retta ,unico esempio in epoca normanna!
Grandiose le formelle raffiguranti i Santi Andrea, Bartolomeo e Nicola.
Infatti presenta un’architrave retta ,unico esempio in epoca normanna!
Grandiose le formelle raffiguranti i Santi Andrea, Bartolomeo e Nicola.
Ma è soltanto all’interno che veniamo come rapiti, pervasi completamente dallo stupore!
Si rimane a bocca aperta e col naso all’insù, ammutoliti!
Si è come assenti, portati in un’altra dimensione, proiettati in un luogo che nulla ha di terreno!
Ci si perde in essa… Ed in essa il corpo tutto ne trae giovamento…
Si rimane a bocca aperta e col naso all’insù, ammutoliti!
Si è come assenti, portati in un’altra dimensione, proiettati in un luogo che nulla ha di terreno!
Ci si perde in essa… Ed in essa il corpo tutto ne trae giovamento…
Lasciamo che l’occhio s’appaghi, come si tornasse bambini, nella ricerca del piacere!
Vi sono mosaici dappertutto.
Da un punto di vista architettonico, il Duomo presenta una navata centrale e due laterali, un transetto e tre absidi.
La navata centrale, è amplia, più amplia delle laterali, più piccole. Deliziose arcate a tutto sesto, in stile bizantino la caratterizzano. Queste poggiano su capitelli corinzi dalla raffinata ricercatezza.
Vi sono mosaici dappertutto.
Da un punto di vista architettonico, il Duomo presenta una navata centrale e due laterali, un transetto e tre absidi.
La navata centrale, è amplia, più amplia delle laterali, più piccole. Deliziose arcate a tutto sesto, in stile bizantino la caratterizzano. Queste poggiano su capitelli corinzi dalla raffinata ricercatezza.
Tre navate, quindi, formano l’interno della struttura. Una doppia fila di nove colonne di spoglio risulta essere la peculiarità della navata centrale.
Ma lo sguardo si perde ben oltre….Ritorna agli infiniti spazi descrittivi dei mosaici…
Indescrivibili, irraggiungibili dalle parole!
Impongono il silenzio e la meditazione!
Ma lo sguardo si perde ben oltre….Ritorna agli infiniti spazi descrittivi dei mosaici…
Indescrivibili, irraggiungibili dalle parole!
Impongono il silenzio e la meditazione!
I mosaici sono parole! Ben pochi all’epoca sapevano “leggere e far di conto”…
Come trasmettere gli Insegnamenti alla gente?
Affreschi e mosaici rappresentavano il viatico del Verbo Divino all’uomo.
I Sacri Testi raccontati tramite raffigurazioni disegnate, tassello dopo tassello, con pazienza e maestria infinita. All’interno del Duomo di Monreale sono raffigurati tre cicli di mosaici. Nel primo ciclo è rappresentato l’Antico Testamento. Nel secondo ciclo troviamo invece la vita del Redentore mentre nel terzo ciclo si narra del Pantocratore e della sua corte celeste, conosciuto anche con il nome improprio di Padre Eterno di Monreale.
Ai mosaici un degno sfondo é rappresentato dal prezioso soffitto a capriate, ligneo, snello ed agile, a doppie falde, a differenza del soffitto delle navate laterali che sono a falda unica. Il tutto in un gioco di forze fisiche contrapposte che rinsaldano ancor più la struttura dell’abbazia. E’ un tipico esempio di accentratura bizantina.
Come trasmettere gli Insegnamenti alla gente?
Affreschi e mosaici rappresentavano il viatico del Verbo Divino all’uomo.
I Sacri Testi raccontati tramite raffigurazioni disegnate, tassello dopo tassello, con pazienza e maestria infinita. All’interno del Duomo di Monreale sono raffigurati tre cicli di mosaici. Nel primo ciclo è rappresentato l’Antico Testamento. Nel secondo ciclo troviamo invece la vita del Redentore mentre nel terzo ciclo si narra del Pantocratore e della sua corte celeste, conosciuto anche con il nome improprio di Padre Eterno di Monreale.
Ai mosaici un degno sfondo é rappresentato dal prezioso soffitto a capriate, ligneo, snello ed agile, a doppie falde, a differenza del soffitto delle navate laterali che sono a falda unica. Il tutto in un gioco di forze fisiche contrapposte che rinsaldano ancor più la struttura dell’abbazia. E’ un tipico esempio di accentratura bizantina.
Il soffitto a capriate, finemente istoriato, venne rifatto in seguito ad un importante incendio, che devastò anche il presbiterio, pare nel 1811. Fu, quindi ricostruito, probabilmente, su copia dei disegni preesistenti del precedente soffitto..
Solenni, imperiosi, severi, s’illuminano di viva luce, come fosse propria, appena i raggi solari penetrano le vetrate, colpendoli, come animandoli!
All’arrivo del sole abbacinano in tutto il loro splendore!
Rimarrete affascinati, come incantati dalla loro suadente bellezza
All’arrivo del sole abbacinano in tutto il loro splendore!
Rimarrete affascinati, come incantati dalla loro suadente bellezza
!Il pavimento del Duomo é in granito e porfido. In fondo, proprio in fondo alla struttura, anche le absidi son rivestite da mosaici. Mosaici che risalirebbero sempre al XII secolo. Bello l’altare maggiore del Valadier, del XVIII secolo, squisito cesellatore d’oro ed argento. L’organo, risalente al XX secolo sarebbe invece opera dei Fratelli Ruffati da Padova.
Ma non si può terminare la visita del Duomo di Monreale senza aver visto il Chiostro!
Il chiostro, centro spirituale, ci introduce nel vero cuore palpitante di quello che risultava essere la vita monastica. Eretto nel XII secolo, presenta pianta quadrata caratterizzata da colonnati in stile arabo che terminano in capitelli impreziositi da bassorilievi raffiguranti scene della Bibbia.
Le colonne, binate, sono arricchite ancora da giochi di luci e colori, grazie alla presenza di raffinate trame mosaicate.
In questo luogo immaginiamo il quotidiano trascorrere della vita claustrale, tutta dedita alla Perfezione. Il chiostro porticato si apre su di un grazioso giardino. In esso spicca la fontana, possente nelle sculture severe che la adornano, pregne di simbolismo, squisita nell’armonia dello stile!
Le volte del chiostro sono ogivali, ieratiche, donano al disegno architettonico una perfezione di forme contemplativa, tipica solo dello smarrirsi in Dio.
Le volte del chiostro sono ogivali, ieratiche, donano al disegno architettonico una perfezione di forme contemplativa, tipica solo dello smarrirsi in Dio.
Fabio Viganò