Arrivare, camminando affannosamente lungo la salita che consente di raggiungerla, in piazza Grande sotto il sole estivo ti permette di comprendere la vita e l’architettura del medioevo, peccato la presenza costante di veicoli: se il corso fosse sgombro da mezzi sarebbe di una bellezza maestosa, ma non possiamo chiedere alle persone di andare a piedi nelle proprie abitazioni….
Una volta giunti in piazza Grande troverete da una parte il magnifico Palazzo dei Consoli e di fronte il palazzo del Podestà.
Di fronte a voi avrete l’Umbria in tutta la sua bellezza: verde, medioevo, leggende e cibo.
Se siete curiosi di vedere le fondamenta costruttive dell’architettura del palazzo dei Consoli scendete sino al punto in cui comincia la costruzione. Avrete un’emozionante sentimento basso/alto.
Lasciata a fatica la piazza ci spostiamo in direzione del Duomo.
Il nome esteso è cattedrale dei Santi Mariano e Giacomo.
La chiesa all’esterno non ha nulla di accattivante!
L’interno presenta un’unica navata sormontata da dieci archi a sesto acuto (caratteristica dello stile gotico) che sorreggono il tetto della costruzione.
La costruzione attuale è del XII° secolo, andata a sostituire una precedente chiesa eretta sicuramente prima dell’anno 1000.
Di fronte al duomo troverete il Palazzo Ducale, splendido esempio di architettura medievale.
Gubbio non è famosa solo per le sue bellezze. Un borgo medievale che si rispetti deve avere leggende e misteri che ne permeano la storia millenaria. Gubbio non fa eccezione.
La prima che voglio ricordare è quella legata alla figura di San Francesco: nel periodo nel quale si trovava a Gubbio venne informato della presenza di un lupo che si aggirava nei vicoli della città. Decise di incontrarlo e di parlargli. Alla fine del dialogo il lupo porge la zampa al santo ed il patto è stipulato.
Come finisce il racconto?
“E poi il detto lupo vivette due anni in Agobbio; ed entravasi domesticamente per le case a uscio a uscio, senza fare male a persone e senza esserne fatto a lui; fu nutricato cortesemente dalle genti e andandosi così per la terra e per le case, giammai nun cane gli abbaiava dietro. Finalmente frate lupo dopo due anni mori di vecchiaia. Di che i cittadini molto si dolsero; imperò che, veggendolo andare così mansueto per la città, si ricordavano meglio della virtù e della santità di santo Francesco.”
“E poi il detto lupo vivette due anni in Agobbio; ed entravasi domesticamente per le case a uscio a uscio, senza fare male a persone e senza esserne fatto a lui; fu nutricato cortesemente dalle genti e andandosi così per la terra e per le case, giammai nun cane gli abbaiava dietro. Finalmente frate lupo dopo due anni mori di vecchiaia. Di che i cittadini molto si dolsero; imperò che, veggendolo andare così mansueto per la città, si ricordavano meglio della virtù e della santità di santo Francesco.”
(Fioretti XXI°)