Alpe Veglia, una strana storia di streghe e di fate

Ero appoggiato ad un masso nei pressi del laghetto delle Streghe dell’Alpe Veglia, alto Piemonte, all’ombra del Monte Leone.

Era pomeriggio inoltrato di un giorno d’autunno di qualche anno fa.
Una voce inizia, all’improvviso, a narrare una storia…
Un giorno una bellissima fanciulla, che piangeva disperata perchè il suo ragazzo preferiva passare il suo tempo con un’altra ragazza invece che con lei, incontrò una strana vecchia che filava su un masso a lato di un sentiero. La vecchia la guardò negli occhi e la fanciulla, a quello sguardo, si sentì spogliata ed osservata fin nel profondo, così iniziò a raccontare alla vecchia (che era una strega) tutti i suoi problemi e i suoi dispiaceri, implorandola poi di operare una magia e far sparire la sua rivale in amore, così che ella potesse essere l’unica amata dal suo ragazzo. La vecchia non si sorprese a quella richiesta e, dato che la fanciulla non voleva sentir ragioni, accecata dalla disperazione, acconsentì ad operare quella magia, a patto che la fanciulla acconsentisse prima a guardare un Uomo bellissimo che secondo la Strega avrebbe potuto renderla davvero felice. La fanciulla acconsentì al patto, nonostante continuasse a ripetere che ella non avrebbe mai amato nessun altro che il suo ragazzo, e la Strega le diede appuntamento nello stesso posto per un giorno ben preciso.
Quel giorno la fanciulla si diresse nel magico luogo e senza alcun motivo particolare si sentiva felice e spensierata, percepiva la bellezza dei colori, la purezza dell’aria, la luminosità del cielo ed era felice, quasi dimentica di tutti i suoi problemi. Giunta al luogo predefinito si trovò davanti una grotta, sulla soglia della quale la vecchia strega la stava aspettando. Insieme si incamminarono nel sentiero sotterraneo, che si rimpiccioliva sempre di più fino a diventare un piccolo e basso cunicolo che proseguiva per molti metri. Giunsero infine in fondo al cunicolo, che si apriva in una grande stanza sotterranea e molto calorosa e tiepida. Al centro della grottina altre due streghe stavano mescolando degli strani ingredienti in un grande calderone che si scaldava su un bel fuoco e la fanciulla si sedette lì accanto aspettando che tutto fosse pronto. La vecchia Strega allora le chiese di guardare dentro a due piccole pozze formate da una purissima sorgente che sgorgava dalla roccia e la fanciulla posò gli occhi nella prima. Nell’acqua le apparve il volto del suo innamorato, bello e giovane, ma piano piano ella vide che il suo aspetto cambiava e diveniva più vecchio, banale, spento e triste, coi capelli bianchi e i denti gialli. Si scostò sconvolta e volle fuggire, ma la vecchia Strega le chiese di guardare nell’altra piccola polla, e lì ella potè vedere un giovane meraviglioso, pieno della bellezza e del vigore caldo degli Dei, con gli occhi pieni d’Amore e la forza di un vero Re.
Allora la fanciulla capì il significato di quelle due visioni. Nella prima ella aveva veduto l’amore solamente umano, caduco e momentaneo, che può rendere felici ma non per sempre e continuamente, nella seconda ella aveva potuto vedere l’Amore divino, quello che non si spegne mai e che rimane sempre forte, sempre bello, sempre tiepido e incantato. Ora doveva scegliere quale desiderava, e dopo un primo momento di indecisione, data dall’amore che provava per il suo ragazzo, ella capì che ciò che desiderava era l’Amore Eterno. Allora si alzò e iniziò a danzare con le altre Streghe.
Come d’incanto la grottà sparì e la fonte crebbe tantissimo fino a diventare un allegro torrente che riempì il pianoro e creò quello che fu poi chiamato il Lago delle Streghe.
Il pomeriggio inoltrato era diventato sera, i colori sbiadivano all’imbrunire.
Il vento fresco del Monte Leone solcava i nostri visi.
Piacevole brezza.
Si era partiti la mattina presto, la salita sino al Lago d’Avino e la successiva discesa, aggirando il Leone dalla parte più scoscesa ed ingombrante, cominciavano a sentirsi nelle gambe e nella testa. Il camminare aiuta a liberare la mente, a scaricare la tensione, ad interagire con il mondo circostante.
Al sorgere della sera ci si ritrovava seduti a pensare in silenzio sulle sorprese che la vita può riservare ad ogni angolo.
Bisogna saper ascoltare……

Fabio Casalini

FABIO CASALINI – fondatore del Blog I Viaggiatori Ignoranti

Nato nel 1971 a Verbania, dove l’aria del Lago Maggiore si mescola con l’impetuoso vento che, rapido, scende dalle Alpi Lepontine. Ha trascorso gli ultimi venti anni con una sola domanda nella mente: da dove veniamo? Spenderà i prossimi a cercare una risposta che sa di non trovare, ma che, n’è certo, lo porterà un po’ più vicino alla verità… sempre che n’esista una. Scava, indaga e scrive per avvicinare quante più persone possibili a quel lembo di terra compreso tra il Passo del Sempione e la vetta del Limidario. È il fondatore del seguitissimo blog I Viaggiatori Ignoranti, innovativo progetto di conoscenza di ritorno della cultura locale. A Novembre del 2015 ha pubblicato il suo primo libro, in collaborazione con Francesco Teruggi, dal titolo Mai Vivi, Mai Morti, per la casa editrice Giuliano Ladolfi. Da marzo del 2015 collabora con il settimanale Eco Risveglio, per il quale propone storie, racconti e resoconti della sua terra d’origine. Ha pubblicato, nel febbraio del 2015, un articolo per la rivista Italia Misteriosa che riguardava le pitture rupestri della Balma dei Cervi in Valle Antigorio.


BIBLIOGRAFIA

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